Il Sindaco di Corciano, Lorenzo Pierotti, ha espresso con orgoglio la sua soddisfazione per l’ultima operazione culturale realizzata nel comune. La mattina del 17 luglio ha riservato una piacevole sorpresa ai cittadini del borgo capoluogo, che si sono risvegliati trovando nuovamente al loro posto le statue dei due leoni che facevano parte dell’arredo urbano fino al 2008. “Ricordo, con piacere e nostalgia, che la maggior parte dei bambini della mia generazione e non solo avevano le foto a cavallo dei leoni”, ha dichiarato Pierotti, sottolineando il forte legame identitario che queste statue rappresentano per la comunità.
Gli originali in travertino, ora custoditi nel museo Antiquarium per ragioni di conservazione, sono stati fedelmente riprodotti in poliestere ad alta densità grazie a una sofisticata tecnologia di scansione laser tridimensionale e fresatura a cinque assi. Queste copie, rinforzate internamente da un’armatura metallica e rivestite in resina minerale indurita, riproducono con incredibile precisione l’aspetto delle statue originali, compresi i dettagli scultorei rifiniti a mano e i colori della pietra originaria applicati tramite aerografo.
“È stato un lavoro artistico-professionale di altissimo livello”, ha continuato il Sindaco, elogiando l’azienda FabLab Perugia per l’eccellente esecuzione delle opere. Tuttavia, al di là della bellezza estetica, Pierotti ha voluto sottolineare il profondo messaggio culturale che accompagna il ritorno dei leoni: “I leoni incarnano lo spirito della comunità e la comunità ha bisogno di radici e di simboli. I due leoni fanno parte della nostra storia, con la prima testimonianza scritta risalente al XIV secolo, come narrato nel ‘Il Conto di Corciano e di Perugia’ contenuto nel Codice Latino Vaticano 4834”.
Nello stesso documento si trova anche una leggenda che spiega perché uno dei due leoni è decapitato. La storia racconta di un giovane così terrorizzato dalle statue dei leoni che sognava di essere sbranato da esse. Per tranquillizzarlo, suo padre cercò di dimostrare che erano innocue statue di pietra. Lo portò quindi davanti a uno dei leoni e lo invitò a mettere la mano nella bocca della statua. Purtroppo, dentro si nascondeva uno scorpione che punse il ragazzo, causandone la morte. In preda alla disperazione, il padre decapitò una delle statue.
Oltre alle leggende, esistono anche ipotesi storiche sulla loro posizione. Si ritiene che i leoni siano stati fatti rotolare dall’alto del borgo fino agli ingressi: uno, meglio conservato, fu portato per la discesa di San Cristoforo fino in piazza; l’altro, il leone decapitato secondo la leggenda, fu trasportato attraverso Porta Vittoria fino a fianco di Porta Santa Maria, dove per anni fu utilizzato come sedile. Queste storie, che mescolano mito e realtà, contribuiscono a mantenere vivo il fascino di queste antiche statue, simboli della comunità corcianese.
“Spero che la popolazione apprezzi l’investimento”, ha concluso Pierotti. “È fatto con amore, perché lavorare sul senso di appartenenza e identità di una comunità significa anche questo. Per costruire il futuro, è fondamentale non dimenticare chi siamo e da dove siamo partiti”. Con il ritorno dei leoni, Corciano ritrova un pezzo importante della sua storia e un simbolo che continua a rafforzare il senso di appartenenza dei suoi cittadini.