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giovedì 21 Novembre 2024
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Tagli ai comuni: i sindaci umbri scrivono ai ministri Giorgetti e Piantedosi

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“A fronte di uno sforzo condiviso per far ripartire il Paese, oggi vediamo tagliate risorse essenziali per portare avanti un’ordinata attività amministrativa nei nostri Comuni umbri”: è quanto scrivono 43 sindaci di altrettanti comuni dell’Umbria, tra i quali Perugia, Assisi, Piegaro, Spoleto, Cascia, Città di Castello, in una lettera indirizzata al ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti e al ministro dell’interno Matteo Piantedosi. “I tagli previsti dallo schema di decreto ministeriale – ricordano i primi cittadini nella loro lettera – recante riparto del contributo alla finanza pubblica previsto dall’articolo 1, comma 533, della legge 30 dicembre 2023, n. 213, pari a 250 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2024 al 2028, di cui 200 milioni di euro annui a carico dei Comuni e 50 milioni di euro annui a carico delle Province e delle Città metropolitane, comporta un taglio alla carne viva delle nostre comunità. Gli schemi che stanno circolando prevedono 16 milioni di euro di taglio netto ai Comuni umbri. Sono risorse necessarie, anzi vitali, per la tenuta del Titolo I dei nostri bilanci e dell’equilibrio contabile dei nostri enti”. Per questa ragione, “oggi più che mai” i sindaci dei 43 Comuni chiedono “con forza che queste risorse, essenziali per finanziare la spesa corrente, quella che impatta più direttamente in termini di servizi e prestazioni sulla cittadinanza, non siano ridotte, come prevede il Piano dei tagli per i prossimi cinque anni”.

“L’alternativa, che non vorremmo mai e poi mai prendere in considerazione – si legge nella lettera – è tagliare i servizi e aumentare le tariffe, gravando così sui cittadini. Tagli e aumenti che dovremo motivare, spiegando ai cittadini in termini chiari come, a fronte di spese aumentate per dar loro servizi essenziali, le risorse vengano drasticamente ridotte per scelte che hanno luogo lontano dalle nostre comunità Umbre. Non vorremmo che questa fosse l’autonomia che residua ai Comuni: tagliare e far pagare di più i cittadini. Così come non vorremmo che alcuni sindaci umbri si trovassero, e sarebbe un duro colpo per l’immagine della nostra regione, nella condizione di generare disavanzo nei bilanci. Da umbri, crediamo che sarebbe una ferita rispetto alla storica capacità di gestire in autonomia la tenuta sociale e lo sviluppo delle nostre comunità”. “Servirebbero risorse aggiuntive: responsabilmente, per il bene della finanza pubblica, non chiediamo che ci siano date ma almeno – scrivono i sindaci – che ci vengano lasciate quelle attuali. O almeno che vengano date possibilità di flessibilità nella redazione dei nostri bilanci per i prossimi cinque anni tali da consentirci di fronteggiare lo scenario drammatico che questi tagli comporteranno per i prossimi 5 anni e che tali tagli non si applichino già a partire dall’anno in corso. Dateci la possibilità di non mortificare i nostri cittadini e di garantire i servizi come abbiamo fatto, con enormi sacrifici, negli ultimi anni. Solo così gli investimenti che stiamo attuando attraverso il Pnrr faranno ripartire l’Umbria e l’Italia”.

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