Il Teatro Cucinelli di Solomeo presenta in prima nazionale, sabato 3 febbraio alle 21 e domenica 4 febbraio alle 17.30, lo spettacolo “Une journée particulière”, con Laetitia Casta e Roschdy Zem nei ruoli principali. L’opera, diretta da Lilo Baur, rappresenta l’adattamento teatrale del celebre film di Ettore Scola e si propone di esplorare la “condizione della donna e dell’omosessualità nel 1977”, come originariamente inteso dal regista italiano.
La trama si svolge il 6 maggio 1938 a Roma, durante un incontro inaspettato tra Antonietta, una casalinga con sei figli, e Gabriele, un giornalista sportivo single. L’incontro avviene mentre Hitler incontra Mussolini durante una parata. Antonietta, alla ricerca del suo pappagallo fuggito sul davanzale del vicino, bussa alla porta di Gabriele, dando inizio a una serie di eventi imprevisti. La storia si sviluppa in un contesto particolare, sottolineato dalla visita di Hitler a Roma e dai regimi ideologici dell’epoca.
Laetitia Casta interpreta il ruolo di Antonietta, mentre Roschdy Zem è Gabriele. Joan Bellviure e Carmen Vadillo si uniscono al cast nei panni di Emanuele e della portinaia. La regia è affidata a Lilo Baur, con la produzione a cura di Claire Béjanin e Valérie Six di Six&Sense, insieme a Au Contraire Productions, Théâtre de Carouge di Ginevra, Théâtre du Jeu de Paume – Les Théâtres di Aix-en-Provence, Théâtre National de Nice, e Teatro Stabile dell’Umbria.
Secondo le note di regia di Lilo Baur, il cuore della storia si concentra sulle due solitudini dei protagonisti, Antonietta e Gabriele, intrappolati nelle costrizioni del regime fascista. In un contesto di repressione, la giornata particolare diventa l’occasione per esplorare la loro intimità e trovare spazi di condivisione, riconoscenza, grazia e libertà. La loro unione è basata sulla condivisione delle rispettive solitudini, che si traduce in un incontro autentico al di fuori delle loro realtà quotidiane.
Attraverso le differenze dei personaggi, Lilo Baur si propone di far emergere le questioni fondamentali legate alla condizione della donna e all’accettazione dell’omosessualità in un contesto storico e politico complesso. La regista sottolinea come il dialogo tra Antonietta e Gabriele possa risuonare con chiunque, indipendentemente dal genere, offrendo uno sguardo profondo su temi universali.