Brunello Cucinelli “ha sempre valorizzato l’originalità delle sue creazioni e l’integrità delle pratiche aziendali”. L’imprenditore umbro della moda ha replicato così dopo che la Levi’s, colosso americano dei jeans, ha intentato una causa presso il tribunale federale di San Francisco sostenendo che l’azienda italiana “si è illecitamente appropriata della famosa etichetta con il marchio di LS&Co. come simbolo dei loro capi di abbigliamento”. La dichiarazione di Cucinelli è riportata sul sito Women’s Wear Daily.
“Malgrado i ripetuti tentativi di risolvere la questione senza adire le vie legali, la convenuta si è rifiutata di impegnarsi a cessare l’uso dell’etichetta Brunello Cucinelli, e ora continua a promuovere e vendere questi capi di abbigliamento controversi” ha sostenuto Levi’s nella citazione riportata sulla pagina web. Ha quindi chiesto al tribunale che Cucinelli metta fine alla produzione dei capi che, sostiene, violino il suo marchio. L’imprenditore di Solomeo ha sottolineato che “tali elementi, presenti su un numero molto limitato” dei manufatti, “rappresentano un ornamento unico, progettato esclusivamente per scopi estetici”. “Si distinguono – ha aggiunto – per lunghezza, forma e posizione diverse sui vari capi su cui sono stati apposti e non incorporano mai il logo o il nostro brand”.
Cucinelli ha quindi affermato di “essere cresciuto con il mito dei jeans Levi’s. Prima di realizzare il nostro total look, utilizzavamo i Levi’s a completamento degli outfit, a riconferma della grande ammirazione che ho sempre avuto per questo brand iconico ed intramontabile”. “La nostra intenzione – ha ribadito Cucinelli – non è mai stata, né lo sarà mai, quella di sfruttare o violare i marchi o le idee altrui. Comprendiamo il valore della proprietà intellettuale e rispettiamo l’unicità di ogni marchio sul mercato. Pur prendendo atto delle preoccupazioni sollevate, crediamo che non vi sia alcun rischio di confusione per nessun cliente nel mondo”.