Gli ultimi mesi del 2023 hanno visto un lieve calo dell’inflazione ma l’intero anno è stato comunque caratterizzato da un aumento dei prezzi, con un incremento medio del 5,7% che è pur sempre inferiore a quello di +8,1 registrato nel 2022.
L’andamento risente principalmente del venir meno delle tensioni sui prezzi dei Beni energetici, mentre i prezzi nel comparto alimentare evidenziano un’accelerazione della crescita.
Così emerge dai dati Istat in base ai quali le principali associazioni di consumatori hanno stilato una classifica delle città più care in Italia in termini di aumento del costo della vita.
Non sorprende che la città che si conferma al vertice della classifica sia Milano, dove l’inflazione media ha raggiunto il +6,1%. Questo si traduce in una spesa aggiuntiva annua per una famiglia media di ben 1.656 euro in più rispetto al 2022.
Tra le città che si collocano nella parte alta della classifica, troviamo Perugia al sesto posto, con un aumento dell’inflazione del +6,4%, che si traduce in una spesa aggiuntiva di 1.470 euro annui per le famiglie. Va un po’ meglio a Terni, 17° posto, dove l’inflazione cresce del 6% per una spesa aggiuntiva di 1378 euro.
Dall’altro lato della medaglia, la città più virtuosa è Potenza, che registra l’inflazione più bassa d’Italia (+3,7%), con una spesa media annua di 731 euro in più per le famiglie.
“Le misure di contrasto adottate dal governo, dal paniere salva-spesa ai cartelloni sui prezzi medi della benzina – afferma il presidente del Codacons Carlo Rienzi – non hanno avuto gli effetti sperati, speriamo che nel 2024 si introducano provvedimenti davvero efficaci per contrastare speculazioni e rincari e tutelare le tasche dei cittadini”.