Il nuovo anno è iniziato con una bella notizia per sindaci e amministratori locali, attuali e futuri. Da quest’anno, infatti, entra completamente in vigore l’aumento delle indennità previste dalla legge di Bilancio promulgata per il 2022 dal governo Draghi. L’incremento è stato implementato gradualmente per quell’anno e l’anno successivo, ovvero il 2023, raggiungendo il regime completo quest’anno.
Se nel 2022 l’incremento era del 45%, l’anno scorso è salito al 68%, per poi arrivare al 100% nel 2024. Questa misura è stata concepita per non scoraggiare l’impegno dei sindaci e di coloro che sono sempre in prima linea al servizio della comunità, affrontando mille rischi e cavilli. I sindaci, infatti, portano un notevole carico di responsabilità, anche a livello penale.
Questi aumenti non coinvolgono solo i sindaci, ma anche vicesindaci, assessori, presidenti del consiglio comunale e consiglieri. L’indennità dei sindaci è parametrata sul trattamento economico dei Presidenti delle regioni, fissato a 13.800 euro, mentre gli stipendi degli altri amministratori comunali sono calcolati sull’indennità del rispettivo primo cittadino.
Ad esempio, in Umbria, i sindaci dei due capoluoghi percepiranno da quest’anno 11.040 euro mensili: Terni, in quanto capoluogo di provincia con oltre 100mila abitanti, e Perugia, in quanto capoluogo di regione. Per tutto il 2023, l’indennità è stata di circa 9.000 euro.
Secondo i parametri previsti dalla legge, i vicesindaci delle due città guadagneranno 8.280 euro, rispetto ai circa 7.000 dell’anno precedente. Gli assessori e presidenti del consiglio comunale percepiranno 7.176 euro, contro i circa 6.000 dell’anno scorso, mentre per i consiglieri il compenso massimo, pari a un quarto dell’indennità del primo cittadino, sarà di 2.760 euro. Tutti gli importi sono da intendersi al lordo. Nei comuni dai 10mila ai 30mila abitanti l’indennità per i sindaci è passata dai 3.396 euro del 2022 ai 3.707 del 2023 ai 4.140 del nuovo anno.