La sezione giurisdizionale della Corte dei conti dell’Umbria ha condannato in solido Gest, Gesenu, Tsa e cinque dipendenti a risarcire 25,3 milioni di euro a 24 Comuni dell’Ati2. L’indagine ebbe inizio a seguito dall’inchiesta del 2016 della Procura della Repubblica di Perugia sulla gestione dei rifiuti. Secondo l’accusa i dirigenti preposti avrebbero violato i contratti con i Comuni dell’Ati2, procurando un ingente e ingiusto profitto alle tre aziende e danni ai Comuni e danni di inquinamento.
I 25,3 milioni che dovrebbero essere risarciti equivalgono alla cifra fatturata ai Comuni, per servizi mai svolti fra il 2010 e il 2015.
La Procura contabile, diretta da Antonio Giuseppone, nel 2017 contestò “trattamenti di rifiuti che, seppure contrattualmente previsti, non erano mai stati regolarmente resi”. I Comuni coinvolti sono quelli di Assisi, Bastia Umbra, Bettona, Cannara, Castiglione del Lago, Città della Pieve, Collazzone, Corciano, Deruta, Fratta Todina, Magione, Marsciano, Massa Martana, Monte Castello di Vibio, Paciano, Panicale, Passignano sul Trasimeno, Perugia, Piegaro, San Venanzo, Todi, Torgiano, Tuoro sul Trasimeno, Valfabbrica.
Un comportamento per la sentenza doloso «in quanto risulta pienamente comprovata da tutti i documenti versati agli atti di causa e soprattutto dalle intercettazioni, anche ambientali – la consapevolezza, da parte dei convenuti, per gli ambiti di rispettiva competenza, dell’illecito trattamento dei rifiuti con il connesso rischio – altamente probabile se non certo e comunque ben prevedibile – delle disastrose conseguenze in termini di inquinamento poi verificatesi».