La stagione terroristica di cui è protagonista la Falange Armata inizia l’11 aprile 1990 a Milano con l’omicidio dell’educatore carcerario Umberto Mormile. Dal 1990 al 1994 i comunicati falangisti s’intrecciano con attentati, omicidi e stragi che insanguinano l’intera penisola, dal nord al sud, rivendicando 48 omicidi, ma almeno altri 12 sono comunque riconducibili allo stesso progetto, assieme a decine di feriti e alla distruzione di strutture civili, commerciali e artistiche (le stragi del 92 e del 93).
Dell’operazione terroristica Falangista si parlerà a Corciano, Teatro della Filarmonica, sabato 29 ottobre alle 17.00.
Giovanni Spinosa, coautore del libro “La Falange armata. Storia del golpe che ha ridisegnato l’Italia”, attraverso una meticolosa ricostruzione storica necessaria per comprendere una vicenda, quasi sconosciuta e mistificata, che ha contribuito ad edificare l’Italia di oggi, traccerà una rete eversivo-terroristica di “menti raffinatissime” composta da una cinquantina di persone – criminalità organizzata, apparati deviati dello stato, logge massoniche – che a partire dal 1985 tesse le trame più nere per quasi un decennio. Inizia a seminare terrore dal 1987. Prende il nome di Falange Armata nel 1990. Quindi, con omicidi, attentati e stragi, comprese quelle del 1992 e 1993, mina le basi della Prima Repubblica e tenta di imporre una direzione autoritaria alle istituzioni, stringendo anche un’alleanza con le cosche mafiose.
L’attentato di via Fauro a Maurizio Costanzo (Roma, 14 maggio 1993), la strage di Via dei Georgofili (Firenze, 27 maggio 1993), gli attentati di Via Palestro (Milano, 27 luglio 1993), di San Giorgio al Velabro e di San Giovanni in Laterano (Roma, 27 luglio 1993) fanno barcollare le istituzioni repubblicane.
Ed ecco il ricatto al Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, affinché sciolga nuovamente (erano già state sciolte 18 mesi prima con la crisi del governo Andreotti) le Camere. L’attacco alle istituzioni, se possibile, cresce ancora d’intensità. Il punto d’arrivo è l’attentato ai carabinieri di vigilanza all’Olimpico in occasione del derby Roma-Lazio del 24 ottobre 1993. Senonché i picciotti già a Roma e pronti all’azione ricevono un “contrordine”. In quei giorni matura la decisione di non rinnovare innumerevoli provvedimenti di carcere duro in scadenza, mentre il Presidente della Repubblica sta per pronunciare un famoso discorso a reti unificate (“Io non ci sto”), in cui annuncia fermezza nella repressione dei reati, ma senza recar danno alla vita dello Stato e alla sua immagine nel mondo.
Fra indolenza, superficialità, sciatteria, protagonismi, invidie, rivalità, viltà, tacite connivenze e esplicite complicità si perde il filo unitario di decine di omicidi, stragi e trame che tutto erano tranne che occulte. La Falange Armata le ha anticipate, raccontate e spiegate pubblicamente, fedele a un vecchio motto che qualcuno vorrebbe coniato da Giulio Andreotti, secondo cui il modo migliore per mentire è dire la verità, perché così non si fa peccato e nessuno ti crede.
L’evento, trasmesso in diretta nazionale, è organizzato dal Movimento delle Agende Rosse di Borsellino – Gruppo Mormile in collaborazione con l’Associazione HUMUS sapiens ed è patrocinato dal comune di Corciano. Oltre al Magistrato Giovanni Spinosa, intervistato dal caporedattore di Antimafia2000 Aaron Pettinari, interverranno Michelangelo Di Stefano, dirigente della DIA e autore del libro “Il treno del sole e i cinque anarchici. L’ombra di Gladio, ‘Ndrangheta stragista e la falange armata”; Fabio Repici, avvocato familiari vittime della mafia; Stefano Mormile, fratello di Umberto, in rappresentanza dei familiari delle vittime della falange armata la cui costituzione in associazione sarà ufficializzata nell’evento corcianese.