Tornare a divulgare il grande valore dell’alta artigianalità dando all’essere umano dignità, prima morale, poi economica e investendo su quelli che saranno gli artigiani di domani, i giovani di oggi. È questa per l’imprenditore Brunello Cucinelli, che con il suo pensiero etico e garbato, ha fatto del capitalismo umanistico la guida e il fondamento della sua casa di moda, la chiave giusta e la strada da seguire. Per lui, insomma, “il bello ci salverà” ma soltanto se passerà attraverso una “umana sostenibilità” e una riscoperta da parte dei giovani del valore dell’alta artigianalità. È per questo che nel 2013, nella sua Solomeo, ha creato la ‘Scuola di alto artigianato contemporaneo per le arti e i mestieri’ nata per incitare i ragazzi a comprendere il giusto valore del lavoro manuale e a non lasciare disperse preziose tradizioni. Un progetto che Brunello Cucinelli ha voluto rilanciare mercoledì, in una conferenza stampa svoltasi nella sua azienda, annunciando di voler “raddoppiare, triplicare, il numero di ragazzi e ragazze che vengono in queste scuole”.
Ispirata alle idee di quei grandi visionari che furono John Ruskin e William Morris e alla rivalutazione umanistica delle Arts and Crafts, per la Scuola di Solomeo è stato realizzato un edificio dedicato dal quale si ammira il bel paesaggio umbro. L’insegnamento, come nelle antiche botteghe, è pratico e svolto sotto un maestro esperto: di modelleria e sartoria femminile, di taglio e sartoria maschile, di rammendo e rimaglio, di orticoltura e giardinaggio e di arti murarie. Frequentando questi corsi, con un compenso mensile, lavorando solo il mattino, per cinque ore al giorno, molti giovani hanno potuto comprendere ed apprezzare il valore reale dell’artigianalità come forma d’arte. Da 18 a 27 anni il range di età preferibile e nessun titolo di studio particolare richiesto.
“Fin da giovane – ha raccontato Cucinelli – ammiravo gli oggetti e le manifatture che il genio artigianale italiano rendeva unici, utili e bellissimi, e intuivo, dietro alle mani che laboriosamente plasmavano la materia, un qualcosa di più grande che dettava loro l’azione, cioè quello spirito creativo che tutto il mondo ci riconosce. Mi piacerebbe che per i nostri giovani italiani tutto questo tornasse ad essere un valore importante del quale andare orgogliosi. Se si vuole fare un prodotto di altissima qualità, in Italia, noi dobbiamo tornare ad investire sui giovani. Ma non è un investimento a due anni, tre anni, ma a 25, 30 anni. Un giovane artigiano che si forma può poi diventare un meraviglioso artigiano, di alta qualità, per i prossimi 30 anni. Io credo che in futuro il problema non sarà chi comprerà questi manufatti ma chi li produrrà. Noi nella nostra azienda abbiamo un 52 per cento di lavoro fatto proprio con le mani. Abbiamo quindi bisogno di mani sapienti”.
Ma tutto questo, per Cucinelli, “dando chiaramente all’essere umano dignità, prima morale, poi economica” e “in primis preoccupandoci di come lavora l’essere umano, dove lavora, quanto è il suo compenso”. “I luoghi di lavoro devono essere eccezionali, belli – ha detto l’imprenditore -, la remunerazione deve essere giusta, ci deve essere una dignità morale, economica, umana del lavoro. Tutto questo fa parte di quella che io chiamo ‘umana sostenibilità’. La pandemia ci ha fatto riflettere, abbiamo visto che a livello mondiale c’è tanta gente che dà le dimissioni pur non avendo un altro lavoro. Vuol dire che si è resa conto che certe condizioni non sono più sostenibili. Non possiamo lavorare 14 ore al giorno. Noi dobbiamo lavorare otto ore al giorno e concentrati. Poi però dobbiamo andare a vivere la nostra vita familiare, umana, perché la mente ha bisogno di mangiare tutti i giorni e l’anima uguale. E allora – ha concluso Cucinelli – bisogna promuovere questa dignità del lavoro”.