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giovedì 21 Novembre 2024
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Fronte del dissenso: “Solidarietà con Anita Mariani licenziata da Brunello Cucinelli”

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«Oggi abbiamo la conferma che nelle aziende di Brunello Cucinelli, in sfregio ai tanto decantati valori umanistici del rispetto della persona, vige un soffocante regime di paternalismo autoritario e non a caso diciamo “soffocante”. Altro che “fabbrica dei sogni”! come in una caserma, il dissenso è qualificato come disobbedienza e ai lavoratori non resta che “obbedir tacendo”. Non è la prima volta che all’azienda viene contestato un comportamento antisindacale.» È quanto si legge in un comunicato a firma “Il Fronte del Dissenso” che riportiamo.

«Anita Mariani – le legge ancora – è stata licenziata non perché è venuta meno ai suoi doveri di onesta lavoratrice, ma perché ha osato alzare la testa e dare voce ai suoi diritti e per farlo si è tolta l’emblema del silenzio, perché non ha accettato di subire precetti vuoti di contenuti di sicurezza ma carichi di potere autoritario. Il suo rifiuto di aver rispettato delle regole è solo un mal celato pretesto ed un classico licenziamento politico, un atto di prepotenza padronale che lede, assieme alla sua dignità, i diritti di tutti i dipendenti, così come sono tutelati dalla Costituzione e dallo Statuto dei Lavoratori.»

«Per denunciare le pratiche vessatorie e abusive dell’azienda di Brunello Cucinelli, in solidarietà con Anita Mariani, e di tutti i lavoratori soggiogati da datori che abusano del loro ruolo apicale, i movimenti di resistenza costituzionale promuovono una protesta ad oltranza, a iniziare da sabato 2 luglio a Perugia, dove si svolgerà una pubblica manifestazione con corteo e assemblea cittadina. In solidarietà con Anita Mariani si esprimeranno anche le manifestazioni che si svolgeranno sempre il 2 luglio in molte altre città. La manifestazione – conclude il Fronte del Dissenso – sarà preceduta da una CONFERENZA STAMPA che inizierà alle ore 17:00 in P.zza IV Novembre. Alla Conferenza stampa parteciperanno Anita, il pool di legali, i rappresentanti sindacali e i movimenti di Resistenza Costituzionale.»

Quanto alle ragioni del licenziamento, così si legge nel sito del sindacato FISI del quale Anita Mariani è referente: «Lo scorso 13 Giugno Anita Mariani è stata sospesa per la terza volta dalla ditta Cucinelli di Solomeo, in Umbria, perché rifiuta con pieno diritto di indossare la mascherina. Ricordiamo che questa imposizione del datore di lavoro fa seguito a semplici Protocolli sottoscritti il 4 Maggio 2022 tra Confindustria, Sindacati confederali, e Ministero del Lavoro, Protocolli che non hanno forza di legge, ma che costituiscono un semplice accordo tra parti sociali. Tale accordo non può prevaricare il diritto dei lavoratori alla sovranità sul proprio corpo, particolarmente in assenza di stato di emergenza.»

«Non esiste alcun articolo di legge – prosegue il FISI – che imponga la mascherina chirurgica come obbligatoria, in quanto dopo la fine dello Stato di Emergenza in data 30 Aprile 2022 tali mascherine costituiscono per legge un dispositivo medico, non un DPI (Dispositivo di Protezione Individuale).
D’altra parte, se si volesse rendere obbligatorie le mascherine FFP2 come DPI bisognerebbe dimostrare che l’eventuale beneficio è superiore al rischio biologico, cosa che non risulta affatto dimostrata. Comprendiamo anche le difficoltà dei datori di lavoro, causate da una scelta infausta portata avanti durante il secondo Governo Conte. Fu allora che, con due Circolari, tra Marzo e Aprile 2020, l’INPS scaricò i costi della malattia da Covid sull’INAIL, trattando questa forma influenzale come “infortunio sul lavoro.” Da ciò deriva una pressione indebita verso i datori di lavoro, ritenuti corresponsabili di eventuali contagi. Questa follia antiscientifica e ricattatoria spinge i datori di lavoro a scaricare sui lavoratori ciò che è stato scaricato su di loro, dal governo e dall’INPS.»

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