Nei giorni scorsi, ospitata dalla Biblioteca Gianni Rodari di San Mariano, si è svolta la presentazione del nuovo libro di Leonardo Passarelli “La morte resta a guardare“, un volume che affronta con lo stile del dramma teatrale il tema di un amore impossibile sullo sfondo iracheno della seconda Guerra del Golfo. Il libro peraltro è il terzo capitolo della “Trilogia della colpa” (edita da Edizioni Era Nuova) iniziata da Passarelli con l’opera “Sub iudice, supra iudicem” e seguita da “Dieci giorni e un muro” anche’esse in forma di drammaturgia.
All’iniziativa hanno preso parte, insieme all’autore, l’assessore del Comune di Corciano Francesco Mangano e il giornalista Lorenzo Lotito.
Un pubblico interessato ha assistito all’evento aperto da Mangano che ha parlato diffusamente del libro e del suo autore e proseguito con l’intervista a Passarelli moderata da Lotito. Sono state approfondite le tematiche del testo e sono emersi parallelismi con l’attuale conflitto fra Russia e Ucraina.
La vicenda de “La morte resta a guardare” si svolge a Falluja dove Justin, un soldato americano appartenente alle forze di occupazione in Iraq, incontra Nadia, una ragazza araba, e se ne innamora perdutamente. Justin conosce l’arabo e riesce a parlarle. Lei, dopo qualche incertezza, sembra ricambiarlo, ma per affermare il loro amore dovranno opporsi alle rispettive imposizioni sociali, culturali e politico-militari.
Come è emerso anche durante la presentazione del libro, le tematiche della giustizia individuale e sociale, della violenza, della vendetta, legano questo ultimo testo di Passarelli, con un filo rosso anche drammatico-narrativo, ai due precedenti.