Giovedì è stata intitolata a Fabrizio Quattrocchi la rotatoria situata all’intersezione tra via Trattati di Roma, via Verdi, via Ponchielli e strada Lacugnano-Ellera in località Olmo. Quattrocchi, guardia di sicurezza privata, venne ucciso in Iraq il 14 aprile del 2004. Prima dell’esecuzione, pur se legato ed incappucciato, pronunciò la celebre frase: “Adesso vi faccio vedere come muore un italiano”.
“Ancora oggi – ha ricordato la consigliera comunale di Perugia Roberta Ricci, tra i promotori dell’iniziativa – a distanza di tempo, ricordiamo il suo gesto coraggioso: pur se in punto di morte, infatti, preferì a facili parole d’odio, esprimere parole di amore per la sua patria, l’Italia”.
Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli conferì la medaglia al valor civile alla memoria perché “Vittima di un brutale atto terroristico rivolto contro l’Italia, con eccezionale coraggio ed esemplare amor di Patria, affrontava la barbara esecuzione, tenendo alto il prestigio e l’onore del suo Paese”.
Fabrizio Quattrocchi era nato a Catania il 9 maggio del 1968, ma aveva vissuto fin da giovanissimo a Genova. Dopo il servizio militare e dopo aver lavorato nell’attività di famiglia, Quattrocchi, esperto in arti marziali e paracadutismo, si era specializzato nella professione di addetto alla sicurezza. In tale veste si era recato in Iraq nel novembre del 2003 operando con la società “Presidium Corporation”. Fu rapito a Baghdad il 13 aprile 2004 insieme ai colleghi, successivamente liberati, Cuperino, Agliana e Stefio, da componenti delle “falangi verdi di Maometto”. Venne ucciso il 14 aprile del 2004 con due colpi d’arma da fuoco; prima dell’esecuzione, pur se legato ed incappucciato, tentando di togliersi la benda pronunciò la celebre frase: “adesso vi faccio vedere come muore un italiano”.