Ha per titolo “Il Lavoro delle Donne” la collettiva d’arte che ha aperto “Corciano Donna” il contenitore a tema curato dall’associazione “Arte in Bottega” che come ogni anno omaggia la figura femminile con un ricco cartellone che si dipanerà fino al 27 marzo. “Arte in bottega è un punto di riferimento importante per artisti del territorio corcianese e non solo – il commento di Veronica Munzi, consigliera di parità al Comune – e da tempo, per l’intero mese di marzo, pittura, scultura, letteratura e arte fotografica danno il massimo risalto alla donna”.
“Ringrazio l’associazione per il lavoro svolto – dice ancora Veronica – e per l’opportunità che dà agli artisti/e di crescere e farsi conoscere”. Non solo esordienti, tuttavia, nella mostra in corso nella sala dell’Antico Mulino inaugurata lo scorso 5 marzo. Molti i nomi noti del panorama interregionale, tra pittori, scultori e fotografi anche artisti maschi (non che l’arte abbia bisogno di distinzione di genere! – ndr) che espongono proposte finalizzate a focalizzare l’attenzione sul dinamismo dell’essere donna e sull’atavico obbligo di conciliare gli opposti ruoli che è chiamata a ricoprire. Senza dimenticare l’anelito ad una libertà che, la ricorrenza dell’8 marzo spesso lega al bisogno di sottrarsi alla violenza, ma che è anche e semplicemente bisogno di affermazione di individualità. Un passaggio molto chiaro nell’opera “Sala prova” (tecnica mista 80 x 120 cm) di Angelisa Bertoloni, pittrice ternana, originaria di Salò.
“L’abito bianco – sottolinea – simboleggia la purezza, ma anche la libertà, la rinascita e una nuova vita, quella che meriterebbero soprattutto le donne che hanno dovuto subire delle violenze”. “Il bianco – dice ancora l’artista – è anche un colore nobile e potente associato spesso a personaggi di spicco della storia e dello spettacolo. Penso a Carla Fracci, che ha dedicato la vita al lavoro, facendosi rispettare e ammirare nel mondo. Amava usare solo abiti bianchi, per desiderio di discrezione, come era emerso durante la gravidanza del figlio Francesco, ma anche per una scelta stilistica ed estetica che l’ha resa una icona. La ballerina è però – conclude – soprattutto un simbolo, per le tante donne che sanno incarnare e portare avanti desidero di carriera e ruolo di madre”.