Come noto la Giunta Regionale dell’Umbria con una recente delibera ha previsto l’ampliamento di tre discariche, tra cui la discarica di Borgogiglione, situata tra Magione e Perugia, e la costruzione entro il 2030 di un termo-valorizzatore con una capacità di circa 130 mila tonnellate e un costo di circa cento milioni di euro di cui non è ancora nota la precisa ubicazione territoriale.
La discarica di Borgo Giglione di proprietà del Comune di Magione si trova a circa 6 km dalla frazione di Mantignana del Comune di Corciano, la sua gestione è affidata alle società GEST srl (gestore del servizio) e TSA SPA (gestore operativo). In servizio dal 1995 fu inizialmente progettata per una capacità di 300 mila mc poi portati a 600 mila mc ed infine nel 2012 fu autorizzato l’ampliamento per una volumetria aggiuntiva di 930.000 mc (per una capacità totale di 1 milione e 530 mc.). Sulla stabilità della discarica sono stati condotti diversi studi geologici che hanno evidenziato che in situazione sismica la discarica di Borgo Giglione non presenta le condizioni di stabilità previste dalla legge. Per questo sono stati fatti lavori molto onerosi per la messa in sicurezza. Inoltre, nella sentenza del GUP 15/4/2021 del processo cosiddetto “Spazzatura d’oro” presso il Tribunale di Perugia, emerge, dalle intercettazioni condotte in sede di indagini, che le guaine impermeabilizzanti delle biocelle del bioreattore sarebbero state bucate sul fondo per poter emungere il gas metano anche dalla vecchia discarica al di sotto; il telo di fondo della cella risulterebbe quindi compromesso con potenziale rischio di fuoriuscita del percolato prodotto nella biocella o in essa ricircolato. Dalle indagini risulta che non è stato possibile procedere ad un accertamento effettivo dei danni prodotti, in quanto avrebbe richiesto la rimozione di migliaia di tonnellate di rifiuti.
Questi progetti della Regione in merito alla gestione dei rifiuti in Umbria e in particolare nel nostro territorio ci preoccupano molto, per questo motivo abbiamo ritenuto importante portare la questione anche all’attenzione del Consiglio Comunale di Corciano. In particolare per quanto riguarda l’ulteriore ampliamento della capacità della discarica di Borgo Giglione a confine con il nostro territorio che da anni, anziché essere chiusa, è oggetto di continui ampliamenti. A nostro giudizio, infatti, l’obiettivo in tema di rifiuti deve collocarsi in una strategia di economia circolare, intesa quale sistema ambientale ed economico in cui un bene è utilizzato, ma a fine utilizzo può essere riutilizzato o recuperato quale materia seconda per la produzione di un nuovo bene, in contrapposizione al modello di “economia lineare della discarica e dell’incenerimento” in cui i beni dopo il loro utilizzo sono avviati semplicemente a smaltimento, con gravi danni per l’ambiente e per la salute dei cittadini, nonché con spreco di risorse. È evidente infatti che se si continuerà ad investire ingenti somme di denaro per la realizzazione e l’ampliamento di discariche e impianti di incenerimento non vi saranno risorse economiche da investire nella direzione opposta ovvero in impianti tecnologicamente avanzati per il trattamento e il riutilizzo del rifiuto, come quelli già utilizzati ad esempio nella provincia di Treviso che ha già ridotto a 42 kg /pro-capite i rifiuti residui.
La Regione nel prospettare l’ampliamento delle discariche e la realizzazione dell’impianto di incenerimento, parla di chiusura del ciclo dei rifiuti , ma è evidente dai numeri sulla differenziata, che siamo ancora MOLTO lontani dalla chiusura del ciclo e che anche con la costruzione del termovalorizzatore le discariche continueranno a raccogliere tonnellate di scarti (almeno 30mila secondo le stime regionali). Investire in questi impianti significa volere abbandonare la via della strategia verso RIFIUTIZERO e della prevenzione e del riuso, quindi della raccolta differenziata per continuare ad abbracciare da qui ai prossimi 10 anni quella delle discariche e dell’incenerimento. Come ha infatti dimostrato l’impianto di Copenaghen o il più vicino impianto di Arezzo, i termovalorizzatori, per poter ammortizzare i costi di costruzione e gestione e avere bilanci in attivo richiedono enormi quantitativi di rifiuti indifferenziati tanto da doverli importare da altri Paesi del Nord Europa, come nel caso di Copenaghen o di cercarli in altre Regioni come nel caso di Arezzo. E’ evidente quindi l’assoluta incompatibilità del progetto di termovalorizzatore con una politica di incentivazione della differenziata spinta dei rifiuti, salvo si abbia l’ambizione da parte della Regione di volere diventare il FORNO del Centro Italia.
Del resto ci chiediamo? a fronte dello sforzo fatto da tutti i cittadini per differenziare all’interno delle proprie abitazioni i rifiuti prodotti, quali vantaggi ottiene ad oggi il cittadino? Vantaggi economici? Assolutamente no! la tariffazione puntuale non è mai stata attuata, infatti la tassa sui rifiuti si continua a pagare solo in base ai mq e al nucleo familiare. Vantaggi per la salute e per l’ambiente? Assolutamente no! I rifiuti differenziati dalle famiglie come vengono poi ulteriormente trattati e differenziati dai Gestori cui è stato affidato il servizio rifiuti per poter essere riutilizzati? Non ne sappiamo nulla! Sentiamo parlare solo di ampliamento discariche, impianti di incenerimento, “episodi di inquinamento ambientale gravissimi, riferibili più a ecomafie che a società pubbliche” per usare le parole del Procuratore capo Cantone. Quanti milioni di euro negli ultimi 10 anni sono stati investiti in impianti tecnologicamente avanzati ed alternativi per il trattamento e il riutilizzo del rifiuto quale materia seconda? Quanti euro sono stati spesi per seri e strutturati progetti di compostaggio dei rifiuti organici? Come e dove vengono riciclati i rifiuti differenziati dalle famiglie e quali sono i proventi del materiale riciclato?
Preoccupate per la prospettiva che le scelte della Regione in tema di gestione dei rifiuti avranno sulla salute dei cittadini e dell’ambiente da qui ai prossimi dieci anni abbiamo portato come Movimento 5 Stelle nell’ultimo Consiglio Comunale di gennaio un ordine del giorno per chiedere al Comune di Corciano di promuovere azioni volte alla partecipazione e ad un’informazione trasparente nei confronti dei cittadini del territorio comunale su tali progetti regionali; per chiedere al Comune di estendere a tutto il territorio comunale la modalità di raccolta rifiuti “porta a porta” in modo da aumentare la % di raccolta differenziata e di innalzare gli standard di qualità della stessa raccolta; per dichiarare la propria contrarietà a tali Progetti regionali di gestione dei rifiuti che vanno evidentemente in direzione opposta alla Strategia rifiuti zero. Ordine del giorno votato oltre che da noi consigliere del Movimento 5 Stelle anche dai Consiglieri Testi, Taburchi e Bracco a dimostrazione che le scelte in tema di gestione dei rifiuti e quindi di salute e ambiente non seguono, o non dovrebbero seguire, logiche di partito ma sono dettate dalla coscienza e sensibilità civica degli individui, consapevoli che viviamo in società complesse e interdipendenti e che tra le persone e il loro Ambiente esistono legami inestricabili, che richiedono un approccio socio-ecologico alla salute.
I Consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle
Chiara Fioroni
Stefania Rosignoli