Il Consiglio Comunale di Corciano ha approvato nella seduta del 29 luglio l’ordine del giorno presentato dai gruppi consiliari M5Stelle, PD e Lista Civica avente ad oggetto “Realizzare, in Umbria, la piena applicazione della legge 194/78, delle Linee di indirizzo su Aborto Medico del Ministero della Salute e contrastare le modifiche alla Legge Regionale 04/09/2015 n.11”.
“In Umbria – si legge in un comunicato a firma dei consiglieri del M5S Chiara Fioroni e Mario Ripepi – ad un anno dalla manifestazione di Perugia del 21 giugno 2020 che ha mobilitato migliaia di donne, di giovani e persone di tutte le età, la Legge 194 e le Linee di Indirizzo nazionali sull’aborto farmacologico che ne sono scaturite, non vengono ancora applicate. In molti Comuni umbri e, soprattutto, nei due capoluoghi di Provincia, Perugia e Terni, gli ospedali universitari non hanno mai iniziato la somministrazione della RU486 per le Interruzioni Volontarie di Gravidanza (a Terni non è possibile effettuare nemmeno l’interruzione chirurgica) e, di conseguenza, non vengono formati nemmeno gli studenti di medicina su metodologie che ormai hanno da tempo superato per sicurezza e convenienza l’interruzione volontaria di gravidanza chirurgica in tutti gli altri paesi d’Europa. La Regione Umbria a settembre 2020, a differenza di altre, ha deciso di NON permettere l’aborto medico nei Consultori e poliambulatori, così come NON SOMMINISTRA CONTRACCEZIONE GRATUITA a differenza di altre regioni quali Toscana, Emilia Romagna, Puglia e Piemonte”.
Per questi motivi i consiglieri comunali di M5stelle, PD e Lista Civica hanno deciso di attivarsi a supporto della RU2020_Rete Umbra per l’Autodeterminazione aderendo alle iniziative previste per la giornata del 15 luglio.
Quattro i punti con cui l’ordine del girono approvato nel Consiglio comunale del 29 luglio impegna il Sindaco, la Giunta e il Consiglio
1. attivarsi affinché tutti gli Ospedali della regione possano garantire la somministrazione dei farmaci per l’aborto medico oltre al chirurgico con adeguate garanzie di privacy, con orari, strutture e personale adeguato e formato;
2. garantire la laicità dei Consultori, vigilando anche sull’adeguatezza in termini di personale, strutture e competenze scientifiche per seguire la gravidanza e l’interruzione di gravidanza;
3. implementare i servizi consultoriali laddove necessario e promuovere campagne di informazione e di educazione sessuale e sentimentale da parte di operatrici ed operatori qualificate/i e specializzate/i. (i consultori sono ancora poco conosciuti dai giovani con il 68% dei ragazzi e il 76% delle ragazze che non hanno mai avuto accesso a queste strutture);
4. Garantire alle cittadine umbre l’impegno affinché possano avere finalmente facile accesso a tutte le forme più moderne di contraccezione e che i consultori possano fornirgliele gratuitamente (art.2/194)
Il Movimento 5 Stelle – spiegano Fioroni e Ripepi – ha in particolare sottolineato l’importanza degli ultimi due punti perché è solo attraverso la corretta informazione, la conoscenza, la facilità nell’accesso e la gratuità dei mezzi contracettivi che si può veramente pensare di ridurre il ricorso all’aborto. E in questo senso nei percorsi di informazione ed educazione andrebbero coinvolti non solo i consultori ma anche le scuole – sottolinea la consigliera Fioroni. “Diversamente nel 2021 in un paese civile non si può pensare di obbligare alla maternità. La maternità per essere vissuta con la necessaria serenità dalla donna e dal bambino richiede una maturità fisica, psichica, mentale ed economica che non si può imporre o pretendere né si può obbligare una donna che non sente questa maturità ad averla rendendole il ricorso all’aborto un percorso ad ostacoli o peggio ancora inducendola all’aborto clandestino”.
“Per questo – concludono i consiglieri del Movimento 5 stelle- crediamo che tutti noi dovremmo mettere da parte le nostre personali posizioni ideologiche, morali e religiose e attivarci perché anche in Regione Umbria sia data piena applicazione alla Legge 194 al fine di garantire la massima tutela della salute e della dignità della donna”.