Non amo il confronto a mezzo stampa, ma la replica della consigliera Chiara Fioroni mi obbliga ad alcune considerazioni, innanzi tutto per riportare, come mio costume, la discussione nell’ambito del confronto politico, senza isterismi e commenti da leoni da tastiera.
Probabilmente non è chiaro alla consigliera Fioroni che quando l’Assessore interviene su temi amministrativi non lo fa a titolo personale bensì esprime la posizione del Sindaco e della Giunta, con contenuti facilmente verificabili nei provvedimenti. Sulla questione McDonald mi sono limitato, dopo avere concesso la legittimità dell’intervento politico del M5S (si rilegga l’incipit delle mie dichiarazioni) a riportare i contenuti della Delibera consiliare: chi l’ha votata, cosa c’è scritto, numeri e dati.
Al contrario, nella controreplica ci sono valutazioni in parte singolari, in parte arbitrarie. Innanzi tutto, apprendo con curiosità di questa nuova lettura politica secondo cui tutto ciò che si vota in Consiglio Comunale è riconducibile unicamente alla maggioranza. Ora, se così fosse, allora il M5S dovrebbe smetterla di attribuirsi la paternità di alcuni ordini del giorno votati dal Consiglio Comunale, perché se è la maggioranza a decidere, lo è sempre, anche quando vota proposte di altri. In questa interpretazione bizzarra emerge la totale distanza dalla realtà politica, il disconoscimento della valenza rappresentativa degli atti votati “a maggioranza” rispetto agli atti approvati all’unanimità o a larga maggioranza. Tra i gruppi politici consiliari, che rappresentano tutti gli elettori, solo i 2 consiglieri del M5S hanno votato contro la Delibera in oggetto: questo il dato politico, ineluttabile.
Sulla decadenza della concessione edilizia del 2013, anche in questo caso si prendono lucciole per lanterne. Basterebbe leggere la delibera per rendersi conto che il provvedimento SUAP del 2013 non è decaduto per miracolo divino o per inerzia, quanto quale conseguenza della variante, su espressa rinuncia imposta al proponente. La decadenza della concessione del 2013 è diretta conseguenza della variante; ora, l’Amministrazione Comunale non fa processi alle intenzioni della singola impresa, si limita a valutare gli atti ed applicare la legge. Nessuno può garantire cosa avrebbe fatto il proponente se non fosse stata approvata la variante; probabilmente, come è successo nell’area Decathlon limitrofa, l’impresa avrebbe iniziato i lavori con il permesso del 2013 e avrebbe poi chiesto una variante del progetto, senza che il Comune percepisse un solo centesimo né beneficiasse di quasi 400 mila euro di lavori pubblici. Ma, ripeto, non si tratta di fare processi alle intenzioni; la stragrande maggioranza dei consiglieri comunali, con voto positivo e con astensione, ha espresso un giudizio di fattibilità sulla variante. La storia ci dirà se è stata una scelta giusta o sbagliata.
Non capisco quale sia la lagnanza sulle opere pubbliche: il M5S fa un intervento, l’Amministrazione Comunale replica ed integra con numeri e dati. Nella comunicazione ognuno fa la sua parte, opposizione e maggioranza. Dovevamo stare zitti? Il M5S pretendeva che l’Amministrazione non esercitasse il suo diritto di replica e di informazione? Fortunatamente, argomenti, contenuti, capacità e retorica non ci mancano per dare la nostra versione su qualunque questione viene posta alla pubblica attenzione nel dibattito politico.
Infine, nel ribadire che nessuno può imporre ai privati di acquistare immobili dismessi, forse il M5S ignora che l’Amministrazione Comunale ha previsto l’esenzione TARI per 3 anni a favore di imprese che vogliono recuperare e ristrutturare capannoni industriali dismessi, ciò al fine di incentivare azioni di questo tipo. Se il M5S, oltre a chiacchiere, ha qualche idea migliore, accompagnata – sia chiaro – da specifici indicatori di spesa ed entrate, saremo lieti di valutarla ed accoglierla.
Avv. Francesco Mangano
Assessore Urbanistica – Comune di Corciano