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martedì 16 Luglio 2024
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Covid: in Umbria segnali di efficacia delle misure ma contagi ancora “a due velocità”

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L’indice Rt in Umbria calcolato sugli ultimi 14 giorni, quindi in anticipo su quello dell’Iss, è di 0,98 (0,8-1,16): a fornirlo è stato il Nucleo epidemiologico regionale durante il consueto aggiornamento settimanale sull’andamento dell’epidemia. Un indice che – è stato detto – conferma anche l’andamento della curva epidemiologica. Questa dopo una salita costante e lineare degli ultimi tempi, da qualche giorno “ha iniziato a flettere” e nella sua media mobile “anche se non stabilizzata vista la forte oscillazione ancora del numero dei casi”.

Nell’incidenza di casi di positività Covid per 100 mila abitanti permane una “grande differenza” anche nell’ultima settimana fra la provincia di Perugia (332,76) e quella di Terni (82,34). “Anche se alcuni segnali di efficacia degli interventi di contenimento cominciano a comparire, la differenza tra le due province è ancora significativa e nell’ordine di 1 a 4 come incidenza” ha commentato il direttore regionale della Sanità Claudio Dario. Ma quello che i tecnici del comitato regionale hanno poi evidenziato è che per la provincia di Perugia è iniziata la discesa dell’incidenza, di poco ma ora non più in salita (da 344,67 a 332,76 in una settimana).

Per quanto riguarda le aree a maggior contagio, quelle dell’Altotevere, una parte del Trasimeno e del Perugino sono ancora con incidenze “piuttosto elevate”, mentre per la provincia di Terni i comuni sono nella maggior parte rientrati al di sotto della soglia dei 200 casi per 100 mila abitanti. Una regione quindi ancora “a due velocità” per i contagi, con la crescita a carico quasi esclusivamente della provincia di Perugia. Dove l’incidenza maggiore è tra i più giovani (0-24 anni), mentre nel ternano c’è invece un andamento uniforme per le fasce di età “come se andassero tutte nella stessa direzione”.

In generale l’andamento per tutte le fasce di età è ancora in crescita. Anche i ricoveri ordinari, che hanno toccato una punta di 469, seguono la curva epidemica con un numero di casi ancora più alto del picco di novembre (375). Lo stesso per quelli relativi alle terapie intensive (85) con il numero dei pazienti che ha un andamento più tendente alla crescita rispetto alla curva epidemica. I decessi, pur se con un andamento oscillante, vedono una media mobile che conferma anche qui una crescita. Infine, il rapporto tra attualmente positivi e ricoverati è passato dal 5 al 6% e anche quello con i ricoverati in terapia intensiva è passato da 0,7 a 1,1%. “Questo rapporto che era rimasto costante per un lungo periodo – ha affermato il Nucleo – comincia ad alterarsi e questi elementi ci hanno fatto pensare che qualcosa si stava evolvendo in un contesto leggermente diverso”.

Si aggravano intanto i timori per un’incidenza molto significativa delle varianti, inglese e brasiliana.
Dopo la conferma da parte dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) di 63 casi totali causati da varianti, 41 dalla brasiliana e 22 dall’inglese, sui 77 campioni inviati, la Regione sta ora aspettando i risultati relativi ad altri 114 tamponi, attesi nel fine settimana.

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