Nella tarda serata di lunedì scorso la Sala Operativa del 112 dell’Arma dei Carabinieri veniva allertata riguardo una presumibile violenta aggressione ai danni una donna, una cittadina di origini marocchine 60enne, avvenuta all’interno della propria abitazione, nella zona del corcianese.
Attivato immediatamente il Nucleo Operativo Radiomobile, i carabinieri dell’Arma, una volta sul posto, non potevano rilevare né la presenza della vittima, in quanto trasportata da personale del 118 con la massima urgenza presso l’Ospedale Santa Maria della Misericordia, né quella del presunto autore delle violenze perché resosi sin da subito irreperibile.
In condizioni disperate però era presente la figlia della vittima, una donna di 22 anni che, in preda all’angoscia per le condizioni della propria mamma riferiva ai carabinieri che il proprio fratello era il responsabile della violenta aggressione subita dalla madre.
L’uomo, di 25 anni, da circa 4 anni risulterebbe soffrire di patologie legate a disturbi della personalità le quali, durante periodi di crisi, lo costringono a diventare esageratamente aggressivo.
Dalle prime attività di indagine emergeva che, nel pomeriggio dello stesso giorno, la povera donna avrebbe avuto una forte discussione in giardino con il figlio e che quest’ultimo, spintonandola, la faceva cadere rovinosamente a terra, costringendola a rifugiarsi dai propri vicini nell’attesa che l’uomo tornasse alla calma.
Col passare delle ore il soggetto, ristabilita la calma, appariva molto più tranquillo portando la propria madre a decidere di non richiedere aiuto, convinta di poter, da sola, gestire la situazione.
In tarda serata però l’uomo tornava a dare sfogo alla propria violenza sulla propria madre la quale, riuscendo a chiudersi in camera da letto e seppur con grande difficoltà, contattava la propria figlia supplicandola di allertare il 118 in quanto “stava morendo”.
L’ira dell’uomo sulla propria madre non trovava sfogo solamente con le botte inferte bensì lo stesso, al culmine della violenza, cospargeva il corpo della donna di un liquido infiammabile, presumibilmente cherosene, e, trovatosi con la sigaretta accesa in bocca provava, lanciandola, a dare fuoco alla povera donna.
Fallito, per una miracolosa coincidenza, in questo intento, l’uomo ricominciava ad esprimere la propria ferocia con pugni e calci.
L’aggressore esprimeva la propria furia ancor più quando si rendeva conto dell’attaccamento della donna alla vita la quale nonostante le botte continue ricevute non riusciva ad ucciderla.
Solo la disperazione della donna, costretta a tentare la strategia di fingersi morta ha reso possibile guadagnare qualche probabilità di sopravvivenza.
Gli uomini del Reparto Operativo del Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri, della Sezione Operativa e della Stazione di Corciano, intervenuti presso l’abitazione, potevano reperire, durante il sopralluogo, oltre a copiose macchie di sangue anche notevoli quantità di sostanza infiammabile, sparsa per la camera, con relativo contenitore.
Immediatamente Polizia di Stato ed Arma dei Carabinieri in continua sinergia operativa attivavano le procedure di localizzazione del soggetto che, nel frattempo si era reso irreperibile.
Trascorsa la notte in continue ricerche, la mattina successiva gli agenti della Squadra Volante riuscivano a localizzare un ragazzo corrispondente perfettamente alla descrizione ricevuta all’interno di un giardino nei paraggi dell’abitazione dove si era consumata la violenza.
Alla vista della Polizia l’uomo si spostava all’interno di un porticato sedendosi, riparato a fianco di una colonna. Con la massima cautela e senza perderlo mai di vista i poliziotti approcciavano un avvicinamento molto ponderato instaurando sin da subito un dialogo rassicurante nei confronti dell’uomo.
Mentre gli agenti della prima Volante intervenuta aprivano un contatto con il soggetto un secondo equipaggio intervenuto sul posto riusciva a chiudere, senza farsi vedere dal ragazzo, i due possibili varchi dell’area per una ipotetica fuga.
Gli agenti esposti al primo contatto, a seguito dell’approccio instaurato, guadagnavano sin da subito la fiducia del ricercato il quale senza opporre resistenza veniva accompagnato presso gli uffici della Questura di Perugia.
Una volta condotto presso gli uffici della Questura di Perugia ed attivate le procedure sanitarie del caso, relative alla salute mentale dell’uomo, si procedeva congiuntamente a suo carico al Fermo di Polizia Giudiziaria poiché gravemente indiziato di delitto per il reato di tentato omicidio aggravato e tentato incendio.
Su disposizione del Sostituto Procuratore della Repubblica di turno l’uomo veniva associato presso la Casa Circondariale di Perugia Capanne.
L’azione operativa sinergica fra Polizia di Stato ed Arma dei Carabinieri, Vigili del Fuoco e sanitari del 118 ha consentito di scongiurare una tragedia predestinata e di assicurare alla giustizia un uomo di altissima pericolosità sociale.