Sabato 1° agosto scattano i saldi estivi in Umbria, per concludersi il 29 settembre prossimo. Un appuntamento quest’anno particolarmente atteso dalle imprese del settore abbigliamento e calzature, ma si spera anche dai consumatori umbri, che mai come questa estate potranno contare su una offerta così ricca di occasioni interessanti a causa degli effetti dell’emergenza economica sul settore, che ha bloccato le vendite per mesi.
“La proposta di prorogare al 1° agosto i saldi è partita proprio dall’Umbria – sottolinea il presidente di Federmoda Umbria Confcommercio Carlo Petrini – ed è stata validata da un sondaggio tra le imprese condotto a livello nazionale. Non era infatti possibile farli con le solite scadenze, visto che avevamo le nostre collezioni intatte nei negozi chiusi. Oggi agli imprenditori di questo settore serve recuperare anche un po’ di marginalità oltre che la liquidità necessaria per andare avanti. Speriamo che l’occasione dei saldi estivi serva a far uscire le persone e farle entrare nei negozi, dove l’afflusso è notevolmente diminuito. I consumi post lockdown non sono al momento ripartiti, a causa di tanti fattori: per l’elevato utilizzo dello smart working, della cassa integrazione e della situazione di incertezza che porta all’incremento del risparmio privato”.
“I saldi, seppur imbrigliati dalle restrizioni economiche e dalle mascherine, rappresentano sempre un rito collettivo che, anche in questi tempi difficili, risponde alle attese dei consumatori, se non altro per trovare il piacere dell’affare e della soddisfazione di un desiderio o per semplice gratificazione dopo un lungo periodo di rinunce.
Quello che ci auguriamo”, conclude il presidente di Federmoda Umbria Confcommercio, “è che le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio – secondo le quali quest’anno per l’acquisto di capi scontati ogni famiglia spenderà oltre il 40% in meno, in media 135 euro, meno di 60 euro pro capite – in Umbria siano smentite e si ottengano risultati migliori.
Il nostro settore, infatti, è quello più danneggiato dall’emergenza economica, con cali del fatturato intorno al 50% dalla riapertura e per tutto giugno. Alcuni negozi non hanno nemmeno riaperto. Tra le altre misure per le quali ci stiamo battendo, anche la richiesta al governo di una proroga per le scadenze fiscali e i pagamenti previsti nel mese di settembre: tutti insieme piegherebbero definitivamente anche molte imprese che cercano di resistere”.
LE REGOLE PER I SALDI 2020 NON SONO CAMBIATE
Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (art. 130 e ss. Codice del Consumo). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.