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giovedì 21 Novembre 2024
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La finta primavera mette in ginocchio l’agricoltura e a rischio la vendemmia, si spera nel freddo

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La finta primavera con caldo anomalo in uno dei periodi che dovrebbe essere fra i più freddi dell’anno sta facendo fiorire mandorle e mimose e anticipa il risveglio delle piante da frutto dalla Liguria alla Sicilia, dalla Puglia all’Abruzzo, dalla Sardegna all’Emilia fino in Piemonte.
È l’allarme lanciato dalla Coldiretti in relazione all’ondata di temperature sopra la media che sta investendo l’Italia dopo un mese di gennaio estremamente mite segnato anche da scarsa piovosità che ha favorito lo smog nelle città. Una anomalia dopo un 2019 che è stato in Italia il quarto anno più caldo dal 1800 con una temperatura superiore addirittura di 0,96 gradi rispetto alla media di riferimento dopo i record di 2014, 2015 e 2018 secondo elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr.

La “finta primavera” – sottolinea la Coldiretti – ha ingannato le coltivazioni favorendo un “risveglio” che le rende particolarmente vulnerabili all’annunciato ritorno del freddo con danni incalcolabili per la produzione. La natura è in tilt nel cuore dell’inverno dove a macchia di leopardo lungo la Penisola si sono verificate – evidenzia la Coldiretti – fioriture anticipate delle mimose in Liguria e dei mandorli in Puglia, Sicilia e Sardegna dove inizia a sbocciare anche qualche pianta da frutto, mentre in Abruzzo sono in fase di risveglio, con un anticipo di oltre un mese, gli alberi di susine, pesche mentre gli albicocchi in Emilia hanno già le gemme che si stanno addirittura aprendo nei noccioleti del Piemonte.
Una situazione di pericolo secondo la Coldiretti perché espone le piante al rischio di gelate con l’arrivo del freddo e la conseguente perdita delle produzioni e del lavoro di un intero anno. Le alte temperature – continua la Coldiretti – stanno anche favorendo la sopravvivenza degli insetti alieni arrivati in Italia dall’estero proprio con il surriscaldamento del clima che stanno provocando una strage nei raccolti in Italia dove per la sola cimice asiatica nel 2019 si contano danni per 740 milioni.

L’inverno che non c’è preoccupa anche i viticoltori. I 20,8 gradi registrati la mattina del 2 febbraio a Umbertide dalla stazione di rilevamento del Centro funzionale della Protezione civile umbro “sono la testimonianza che ci dobbiamo attendere qualcosa di negativo per quella che sarà la vendemmia 2020, la speranza è che arrivi finalmente l’inverno”. A dirlo è Riccardo Cotarella, presidente mondiale degli enologi e produttore umbro. “Stiamo vivendo l’inverno più caldo che a memoria d’uomo si ricordi – ha sottolineato – e questo sicuramente non gioverà alla prossima produzione e all’agricoltura in generale”.

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