Centinaia e centinaia di cartelle TASI (il tributo per i servizi indivisibili) con sanzioni relative al 2014 stanno arrivando ai cittadini residenti in diversi comuni umbri e Corciano non fa eccezione. Una seccatura che fa capolino con il nuovo anno poiché gli uffici comunali per prassi lavorano queste pratiche sul filo della prescrizione, il cui termine di cinque anni era fissato proprio al 31 dicembre 2019.
Gli importi partono da pochi spiccioli ma lievitano verso cifre più ingenti dal momento che il calcolo della sanzione per omesso o carente pagamento prevede una misura del 30% della cifra non versata. A questo vanno sommati pure interessi e spese di notifica (eseguita direttamente da messo comunale con raccomandata).
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Qual è l’inghippo? Premesso che va fatto valutare attentamente caso per caso da un consulente, per molte utenze l’errore è probabilmente da addebitare a monte, quando sono state applicate cinque anni fa le aliquote (ogni comune decideva la propria) del tributo in questione. La TASI infatti è nata nel 2014 come parte dell’Imposta Unica Comunale IUC, la cui introduzione a scaglioni ha creato nel tempo non poca confusione. All’epoca il Comune di Corciano decise di non applicare sanzioni e interessi della TASi per oltre un mese dopo la scadenza di giugno proprio per il clima di incertezza in cui i contribuenti dovettero fare i calcoli.
In ogni caso dal momento che eventuali errori nel calcolo della tariffa possono essersi ripetuti fino a tutto il 2019 (da quest’anno TASI e IMU sono state accorpate) l’arrivo delle sanzioni di questi giorni rischia di essere il primo di una lunga serie nei prossimi cinque Capodanno.
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Gli errori possono essere stati compiuti da una parte e dall’altra, per questo il consiglio è di far controllare la cartella esattoriale sia dal proprio consulente di fiducia, sia di verificare direttamente con gli uffici comunali se ci sono stati errori o se è stato eseguito il corretto pagamento delle annualità successive ed eventualmente mettersi in regola evitando le temute sanzioni e interessi.
Il secondo consiglio riguarda invece i fabbricati in locazione, categoria nella quale possono annidarsi errori compiuti dall’amministrazione: in questo caso va verificato se il comune ha considerato il 70% a carico del proprietario oppure erroneamente il 100%, non tenendo conto della quota a carico dell’inquilino, che è del 30%.
Lorenzo G. Lotito