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giovedì 21 Novembre 2024
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L’ombra della ‘Ndrangheta sull’Umbria, lavori a Ellera nelle intercettazioni

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“Come si permettono di andare a Ellera a fare i lavori”, questo è uno stralcio delle intercettazioni emerse da un’indagine della Polizia durata diversi mesi che ha portato questa mattina gli agenti ad eseguire decine di arresti e sequestri per diversi milioni sia in Calabria che in Umbria.
Secondo gli inquirenti le cosche della ‘Ndrangheta hanno messo di nuovo le mani sull’Umbria, infiltrando “in modo significativo” il sistema economico della regione.

Dagli accertamenti dello Sco della Polizia con le squadre mobili di Perugia, Catanzaro e Reggio Calabria, coordinate dalle Dda di Catanzaro e Reggio e dalle intercettazioni è emerso che le famiglie di ‘ndrangheta non solo continuavano ad operare nei territori storicamente controllati ma erano riuscite ad infiltrare il tessuto economico umbro. Sono in corso decine di arresti e sequestri per alcuni milioni di euro, nei confronti di appartenenti alle cosche Trapasso, Mannolo e Zofreo di San Leonardo di Cutro e Commisso di Siderno.

“Le ‘ndrine di San Leonardo di Cutro e di Siderno, attraverso la loro proiezione umbra, avevano comprato numerosi immobili in quella regione per potere riciclare il denaro sporco”. Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, che ha partecipato insieme al procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri ed al responsabile della Direzione anticrimine della Polizia di Stato Francesco Messina alla conferenza stampa, svoltasi a
Catanzaro, per illustrare i dettagli delle due operazioni “Infectio” e “Core Business” condotte dalle Squadre mobili di Perugia, Catanzaro e Reggio Calabria.
“Le famiglie di ‘ndrangheta si erano trasferite a Perugia – ha aggiunto Gratteri – portando un notevole danno all’economia umbra”.
Un’indagine, quella portata a termine oggi, con “proiezioni anche internazionali” ha aggiunto il procuratore Bombardieri. Secondo quanto é emerso dall’inchiesta, il gruppo criminale, infatti, aveva realizzato in Umbria produzioni vinicole che tentava di esportare in Canada e in America. Si tentava poi di
“ripulire” il denaro sporco a Malta o in Slovenia.

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