Si è svolta al cimitero israelitico del Verano a Roma la cerimonia funebre per Piero Terracina, uno degli ultimi superstiti di Auschwitz, morto a 91 anni ieri nella Capitale. Al rito, che si è svolto davanti alla lapide che ricorda i 2091 ebrei romani vittime delle deportazioni naziste, hanno partecipato diversi esponenti della comunità ebraica romana e della società civile.
Tra questi, il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, Sami Modiano, ex deportato e amico di Terracina e l’ ex sindaco di Roma, Walter Veltroni.
Nel giorno del funerale di Terracina arrivano anche le parole di cordoglio del consigliere comunale Franco Baldelli che ricorda i momenti condivisi in varie iniziative svoltesi a Corciano: “Ciao Piero….Dopo il buio la luce… dall’incontro tra Piero Terracina, uno dei pochi sopravvissuti ad Auschwitz ancora in vita, ed i ragazzi dell’Istituto Comprensivo Bonfigli di Corciano svoltosi nel febbraio 2016 è nato un libro scritto a più mani in cui i ragazzi, attraverso le loro sensazioni ed emozioni, hanno recuperato la narrazione di quell’incontro così da “mantenerla” a disposizione delle future generazioni di Corciano.
La Memoria, ci ha ricordato Piero Terracina, non è il ricordo che si esaurisce con la fine della persona; la Memoria è un filo, che dal passato attraversa il presente e va verso il futuro. Per questo occorre essere vigili e ripetere “No all’indifferenza”.
Diretto, pur senza indugiare sugli aspetti più cruenti, in quella giornata Piero Terracina ha toccato le corde dell’Anima, trasferendo a ragazzi con occhi sempre più lucidi, la cifra di un orrore senza fine, a partire dalla negazione dei piccoli gesti, scontati, naturali, ovvi, fino a ribadire l’eternità e la necessità della solidarietà e dell’amicizia. Valori autentici, i soli capaci di curare le sue ferite, quando al rientro da Roma si trovò completamente solo, privato dell’intera famiglia.
“Tutti abbiamo diritto al rispetto, alla solidarietà, alla dignità ed alla libertà” ha più volte sottolineato. I campi di sterminio sono stati creati perché questi valori sono venuti a mancare; solo con l’impegno di tutti la civiltà può vincere sulla barbarie. Anche in quegli anni di morte c’è stato chi ha saputo dimostrarlo, a rischio della sua stessa vita,… perché chi salva una vita, salva il mondo intero.
Attraverso quella narrazione anche le generazioni future potranno incontrare Piero Terracina e riscoprire così il valore ed il significato di un umanità a cui non dobbiamo mai abdicare, cosa resa sempre più difficile in un mondo divenuto quasi freddo, per non dire indifferente, dalla velocità e dalla superficialità con cui rinunciamo ai nostri tempi, alla cura di noi stessi e degli altri, alle emozioni in genere.
Chiudo questo lungo post – scrive Baldelli – con l’invito che feci ai ragazzi quando consegnammo, anzi restituimmo loro, il libro nato dalla “fusione calda” delle emozioni e dei sentimenti suscitati in loro dall’incontro con Piero Terracina:
Non rinunciate mai alla vostra umanità, non piegatevi mai all’indifferenza: l’uomo è capace di grandi cose purché continui a guardare il cielo. Non permettete a nessuno di rubarvi gli orizzonti e quindi i sogni. In questo la Scuola ed i vostri docenti sono e saranno “potenti alleati”, abbiate fiducia in chi vi aiuterà a mettervi in piedi, perché è solo alzandosi che ognuno di noi può conoscere la propria statura.