Aumento della disoccupazione, rallentamento delle esportazioni e calo delle immatricolazioni auto: sono i tre elementi che definiscono, per l’Umbria, “un quadro pesantemente negativo, non più definibile solamente come crisi, ma che rientra più precisamente nelle categorie della stagnazione e della recessione”. E’ quanto emerge dai dati relativi alla prima parte del 2019, secondo quanto sottolinea il presidente Ires-Cgil, l’Istituto ricerche economiche e sociali, Mario Bravi.
I dati Istat – osserva Bravi – ci dicono che in Umbria nel primo trimestre 2019 la disoccupazione tocca quota 10.4%. Era del 9,2% nel 2018. Inoltre, i dati sulla qualità del lavoro confermano lo scivolamento verso un lavoro sempre più povero e precario. Oltre a ciò, è da sottolineare la drammaticità del dato relativo alla disoccupazione giovanile che passa in Umbria dal 30,8 % del 2017 al 31,1% del 2018.
Le esportazioni, che in questi anni sono state uno dei pochi punti positivi della nostra economia, si stanno velocemente ridimensionando. Infatti, l’andamento negli ultimi quattro trimestri è stato il seguente: II trimestre 2018 (+6,7%), III trimestre 2018 (+13,6%), IV trimestre 2018 (+10,8%), I trimestre 2019 (+1,3). Da questi dati emerge come il quadro economico internazionale, caratterizzato dalla cosiddetta guerra dei dazi, incida negativamente sull’economia della nostra regione.
Nel periodo gennaio-maggio 2019 si registra inoltre in Umbria – sottolinea Bravi – un calo delle immatricolazioni automobilistiche pari a -4,8%. In tutto il 2018 il calo era stato pari a -0,8%. Questo calo si accompagna a quello complessivo dei consumi che in Umbria ha segnato un -2,2%, con consumi dell’11% inferiori alla media nazionale. “Questi tre elementi – commenta il presidente Ires-Cgil in una nota – ci danno un quadro di una situazione complessivamente difficile e delicata che è assolutamente impossibile sottovalutare o ridimensionare”.