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domenica 22 Dicembre 2024
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Minori accolti a Corciano: l’assessore e l’avvocato fanno il punto sul progetto “A misura di bambino”

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“Il progetto ‘A misura di bambino’ costituisce un esempio innovativo e da quando è stato intrapreso sta ricevendo complimenti da più parti. Penso al Tribunale dei minori e al Ministero, che attraverso i suoi responsabili ne verifica periodicamente l’andamento (controlli sono in atto in questi giorni -ndr), ed alle figure professionali che lo seguono dall’interno, soddisfatte di collaborare a un fine così alto. Corciano è il primo Comune che ha ragionato sull’opportunità che i minori non accompagnati anziché essere accolti in strutture di varia natura, possano essere inseriti in un ambiente familiare, in grado di garantire le dinamiche necessarie ad una piena integrazione”. A dirlo Elisabetta Ceccarelli, assessore alla coesione sociale del Comune di Corciano che, fin dal suo insediamento si è lasciata catturare dallo spirito del progetto FAMI Sprar, “A misura di bambino – percorsi di affido professionale di MSNA (Minori Stranieri Non Accompagnati)”.

Approvato dal Ministero dell’Interno, Dipartimento per le Libertà Civili e l’immigrazione Fondo Asilo Migrazione e Integrazione, ha portato sul territorio 9 ragazzi che un pool di professionisti, a supporto delle famiglie, sta seguendo. Tra loro l’avvocato Carolina Ansidei di Catrano che in un recente intervento ha definito il suo impegno come “privilegio di essere parte, in qualità di tutore legale, di un progetto virtuoso di integrazione”, che, a suo dire, dovrebbe essere costantemente comunicato e valorizzato. Cuore del percorso, il trasferimento da parte del Servizio Centrale del Sistema di Protezione internazionale dei richiedenti asilo di minori stranieri non accompagnati mediante l’inserimento in famiglie dette ‘collocatarie’, individuate sulla base di una graduatoria detenuta dal Comune, nell’ambito dei percorsi di affido professionale. “Si tratta – sottolinea l’avvocato – di famiglie che hanno intrapreso il percorso dell’affido professionale e pertanto formate sotto molteplici aspetti”. Dopo la valutazione dei requisiti del nucleo candidato attraverso colloqui con l’assistente sociale e una visita domiciliare, spiega ancora l’avvocato Ansidei di Catrano “la famiglia effettua un colloquio con una psicologa, deputata a valutare le motivazioni che sottendono la scelta di accogliere un minore, al quale è presente anche il mediatore linguistico-culturale che aiuta la ‘Famiglia Professionale’ a comprendere le specificità del progetto, rispondendo a quesiti o perplessità. E’ l’Ente proponente a stabilire i requisiti di base, personali e familiari, necessari e sufficienti per accedere ai percorsi professionalizzanti, nonché i requisiti specifici in termini di competenze della famiglia affidataria. Infine, l’equipe di progetto raccoglie tutte le informazione ottenute dalla valutazione e, se queste sono positive, definisce l’abbinamento tra MSNA e famiglia”.

Ovviamente le famiglie non vengono mai lasciate sole e neppure il minore. “Le figure professionali inserite nel progetto – riferisce ancora l’avvocato Ansidei di Catrano – permettono di evitare i vuoti che potrebbero crearsi nel normale percorso di tutela. Inoltre, collocare il minore presso una famiglia, contribuisce a rendere il percorso di integrazione concreto. Viene garantito uno sviluppo personale più sereno, le famiglie collocatarie, inserite nel progetto, collaborano tra di loro; i ragazzi frequentano il medesimo istituto comprensivo; partecipano ad attività ed incontri organizzati, e si viene a creare una comunità che fa rete. Un esempio di integrazione e una opportunità imbattibile per loro”. Del medesimo parere l’assessore Ceccarelli “ci siamo appoggiati alla rete delle famiglie affidatarie che hanno manifestato la loro disponibilità, attivando l’istituto dell’affido professionale ed i risultati sono stati visibili e tangibili per tutti, genitori e ragazzi. Il progetto a giugno, salvo ulteriori bandi, arriverà alla conclusione naturale. Il Tribunale effettuerà tutti i passaggi necessari ma è logico che, una volta affidati questi ragazzi potrebbero essere adottati. È mia ferma volontà – conclude – che la visione del Comune sull’universo minori non accompagnati possa essere sempre più condivisa e mi impegnerò per la sua prosecuzione”.

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