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giovedì 21 Novembre 2024
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Dall’Australia per vivere un moderno Grand Tour: i 426 giorni della famiglia Famularo si fanno dono per la comunità

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A partire dal XVII secolo, il Grand Tour era un lungo viaggio attraverso l’Europa effettuato dai giovani ‘aristocratici con l’obiettivo di perfezionare il loro sapere. Biagio Famularo, italo-australiano con radici in Sicilia, insieme alla moglie Eleni, di origine greca e cresciuta a Sidney, ha voluto regalare questa esperienza ai tre figli Salina, Marina e Anthony, rispettivamente di 9, 7 e 5 anni e dal 4 ottobre 2017 la famiglia ha eletto come quartier generale il borgo di Corciano, vivendolo intensamente. Un’avventura conclusasi in questi giorni – fin dall’inizio doveva avere un tempo limitato – ma che ha lasciato un segno profondo nei suoi protagonisti.

“Non so se tutto questo sia stato dettato più dall’assecondare un sogno o dal destino – spiega Biagio – ma una sera mentre con mia moglie portavamo a dormire i bambini, abbiamo chiesto loro quali interessi avessero mamma e papà. Tutti e tre hanno risposto varie cose, ma ‘lavorare’ c’era sempre. Abbiamo riflettuto su quanto fosse limitato assimilare la vita al lavoro e su quanto i nostri figli potessero avere bisogno di ‘altro’, decidendo, dopo un’attenta programmazione ed analisi dei costi, di concederci un anno sabbatico …”.

L’Italia, in particolare Perugia, c’erano già stati nel passato di Biagio, esperto di marketing, e di Eleni, imprenditrice nell’azienda di famiglia attiva nella ristorazione, perché sia lui che lei avevano frequentato l’Università per Stranieri, in più lui aveva fatto parte del CUS Rugby Perugia. Da qui la scelta dell’Umbria e di Corciano … perché, racconta ancora “volevamo un posto dove i bambini potessero andare a scuola a piedi, dove i legami interpersonali fossero stretti, dove si potesse scoprire uno stile di vita diverso e poi – aggiunge – mentre eravamo in perlustrazione incontrai in piazza, un compagno di squadra dei tempi dell’università … il segno del destino che ci serviva per fermarci!”. Così e stato, per quasi un anno e mezzo la famigliola si è fatta tanti amici “non ci siamo mai sentiti stranieri o estranei, i miei figli hanno frequentato la scuola e, anche se il primo giorno mi guardavano con gli occhi spaesati, dopo una settimana correvano per frequentare le lezioni. Ora parlano perfettamente italiano ed è un orgoglio!”. Biagio, da Corciano, si è spostato in tutta la penisola “un viaggio così ‘immersivo’ capita una volta nella vita – dice ancora – e non potevamo perderci nulla”.

In 15 mesi, i Famularo hanno visitato oltre 210 tra città, piccoli centri, borghi, toccando 11 regioni, percorrendo oltre 40mila km e documentando tutto sui social e sul sito www.sydneytocorciano.com. L’omonima pagina Instagram raccoglie immagini e video bellissimi. L’obiettivo, puntare sui rapporti umani, nuovi, rinnovati e ritrovati – durante l’estate sono arrivati in Italia anche i rispettivi genitori con i quali hanno riannodato le fila del passato tra la Sicilia e la Grecia. Prima di tornare a casa, questa famiglia speciale ha voluto lasciare ai corcianesi (durante una serata ufficiale nella quale la commozione si è intrecciata alla consapevolezza dell’unicità dell’amicizia costruita) un video, pubblicato anche sul sito del Comune (https://vimeo.com/310947476?fbclid=IwAR13CMSIzCDCzyfThdNjANUpwo8w64Okco6YQnpexwhf1t-M8msCamJC2Ak) che parla di persone, più che di luoghi. Ora, da Sidney, si sono aggiunti ulteriori post. “Abbiamo avuto l’opportunità di costruire amicizie con il popolo di Corciano – si legge – ci sono mura che hanno cambiato la nostra vita per sempre” ed ancora, sull’immagine del campanile del borgo “siamo arrivati in Australia e siamo certo contenti, ma è rimasta l’abitudine di guardare verso il cielo e purtroppo, non ti vedo più. Mi manchi Corciano”.

Monica Rosati

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