Si e concluso un piano di controlli avviato dal comando provinciale di Perugia della guardia di finanza nei confronti delle strutture ricettive, tra cui agriturismi, “country house” e “bed & breakfast” ed è elevata la percentuale di irregolarità accertate: su oltre 40 interventi ispettivi condotti nelle località a vocazione più marcatamente turistica, quasi la metà si è conclusa con contestazioni di natura amministrativa, fiscale ed, in alcuni casi, penale.
Le violazioni – riferisce la Gdf – vanno dalla mancata comunicazione ai Comuni dell’inizio dell’attività sino alla denuncia per l’omessa informazione all’Autorità di pubblica sicurezza delle persone alloggiate in strutture ricettive. Nove strutture esercitavano l’attività senza aver mai dato formale comunicazione ai Comuni di appartenenza come previsto dalla Legge regionale del 2015, né, tantomeno, aver dichiarato la propria attività al Fisco. Molti degli alloggi oggetto di contestazioni da parte delle fiamme gialle della provincia perugina erano pubblicizzati attraverso i più noti portali di ricerca turistica.
Le fiamme gialle, durante le loro ispezioni, hanno inoltre scoperto in tre strutture ricettive la presenza di 14 lavoratori completamente in “nero”. Per questo motivo, nei confronti di uno degli imprenditori è scattata la richiesta ai competenti Uffici del provvedimento di sospensione dell’attività. Ai gestori delle attività ricettive risultate sprovviste delle necessarie autorizzazioni saranno contestate le violazioni tributarie per aver nascosto al fisco i proventi delle attività.