La ripresa turistica in Umbria c’è, ma non ovunque. L’allarme viene lanciato dall’associazione I Borghi più belli d’Italia in Umbria che analizza i dati turistici regionali del primo quadrimestre 2018. “Entriamo nella stagione estiva – ha affermato il suo presidente Antonio Luna – con una certa preoccupazione. Nei 27 borghi umbri con certificazione di eccellenza nazionale, siamo purtroppo in controtendenza rispetto ai dati complessivi regionali”.
I Borghi più belli d’Italia in Umbria sono: Acquasparta, Allerona, Arrone, Bettona, Bevagna, Castiglione del Lago, Citerna, Corciano, Deruta, Lugnano in Teverina, Massa Martana, Montecastello di Vibio, Montecchio, Montefalco, Monteleone di Spoleto, Montone, Norcia, Passignano sul Trasimeno, Preci, Paciano, Panicale, San Gemini, Sellano, Spello, Torgiano, Trevi, Vallo di Nera.
Nei primi quattro mesi dell’anno, confrontando il medesimo periodo del 2017, i borghi più belli crescono meno negli arrivi, +19,7 rispetto a +25, ma soprattutto retrocedono nelle presenze, – 3,5 rispetto a + 11,1.
Ciò significa registrare un gap del 14,6% sul totale umbro, che corrisponde ad una significativa riduzione da 3 a 2,5 giorni medi di pernotto nei Borghi, rispetto al primo quadrimestre 2017.
I dati del Servizio turistico regionale – spiega anche una nota della Provincia di Perugia – confermano infatti che fino al 2016 i Borghi più belli d’Italia in Umbria sono costantemente cresciuti nei pernottamenti: un visitatore su cinque aveva deciso di soggiornare nei piccoli borghi. A ad avvio 2018 il dato è invece sceso a uno su sette mentre i borghi stanno registrando una maggiore difficoltà a riprendersi.
“È evidente – continua Luna – che c’è una questione Valnerina tuttora aperta, ma faccio notare che, su base complessiva, gli esercizi alberghieri ed extralberghieri dei borghi umbri sono addirittura aumentati, dai 960 di prima del terremoto ai 982 del 2018. E i rispettivi posti letto sono attualmente coperti al 12% delle loro disponibilità. In termini assoluti la riduzione di presenze di questo quadrimestre ammonta a – 6.099 pernottamenti”.
Calcolando la spesa pro-capite giornaliera del turista medio in circa 100 euro secondo dati della Banca d’Italia, se continuasse questo flusso per tutto il 2018, si sfiorerebbero i 2 milioni di euro di perdita potenziale sul 2017. L’associazione dei borghi più belli d’Italia ritiene necessario un progetto di sistema per favorire la ripresa turistica anche nelle aree più marginali dell’Umbria. “Con un turismo fiorente – conclude Luna – si possono infatti puntellare attività e servizi necessari alle stesse comunità insediate, bloccando il rischio spopolamento”.