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giovedì 21 Novembre 2024
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Disturbi specifici di apprendimento: ecco di cosa si tratta

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Da diversi anni stiamo assistendo ad una diffusione sempre maggiore della diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento. La Legge 8 ottobre 2010, nº 170, riconosce i DSA come disturbi che riguardano specificatamente le competenze di base, fondamentali per gli apprendimenti scolastici, e spesso si presentano tra loro associati. La diagnosi di DSA viene fatta solo se l’intelligenza è nella norma e non ci sono concomitanti disturbi sensoriali o deprivazioni socio-culturali, confrontando le prestazioni del bambino con un campione di riferimento. I DSA sono generalmente riconosciuti come problemi di origine neurologica ma, tuttavia, non sono pochi i professionisti che sottolineano la natura emotiva che starebbe alla base di tali disturbi.

I DSA vengono suddivisi in:

DSA con compromissione della lettura (dislessia): la dislessia, probabilmente la più famosa e invalidante, si manifesta con difficoltà nella correttezza e velocità della lettura con una scarsa e/o assente comprensione del testo.

DSA con compromissione dell’espressione scritta (disgrafia, disortografia): difficoltà nello scrivere seguendo le regole ortografiche e una grafia scarsamente comprensibile.

DSA con compromissione del calcolo (discalculia): una vera e propria cecità di fronte ai numeri, con difficoltà nel calcolo, nel comprendere il concetto di numero e memorizzare i valori aritmetici.

La caratteristica principale di questi disturbi è che sono difficoltà totalmente indipendenti dall’impegno dello studente e riguardano apprendimenti che solitamente vengono acquisiti dai più in poco tempo con la sola, anche totalmente disimpegnata, esposizione ai testi scolastici.

In questi bambini non c’è nessuna lesione a livello cerebrale: il loro cervello funziona semplicemente in modo diverso e alcuni percorsi neurali, che nella maggior parte delle persone sono facilmente disponibili, in questi ragazzi non diventano mai automatici.

Per questo motivo, un errore molto comune è imporre moltissime ore di ripetizione a questi ragazzi: i ragazzi con DSA più che ripetere, devono imparare nuovi metodi di studio per avere accesso alle informazioni in modo che il loro spazio mentale, chiamato dagli psicologi “memoria di lavoro”, non sia invaso da queste difficoltà persistenti.

Il diritto allo studio degli alunni con DSA è garantito mediante molteplici iniziative promosse dal MIUR e attraverso la realizzazione di percorsi individualizzati nell’ambito scolastico.

L’intelligenza non si misura attraverso la velocità nel leggere o nel fare calcoli: l’intelligenza si commisura alla capacità di comprendere il mondo e di agire in modo sensato.

Fonte uppa.it

 

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