A 60 anni dall’introduzione dell’educazione civica, voluta da Aldo Moro da ministro dell’Istruzione nel 1958, i sindaci italiani rilanciano e propongono l’ora di educazione alla cittadinanza. Un’ora alla settimana nei piani di studio delle scuole di ogni ordine e grado, come materia autonoma e sottoposta a verifica: questo prevede la legge di iniziativa popolare depositata in Cassazione da una delegazione guidata dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, che ne è stato il promotore e l’ha condivisa con l’Anci. Si avvia così la procedura di raccolta delle 50mila firme necessarie per consegnare la proposta al Parlamento.
L’obiettivo è fare della scuola un luogo dove far nascere e crescere il senso civico. La bozza prevede l’introduzione di un insegnamento autonomo, come ora aggiuntiva curriculare o, qualora non fosse possibile optare per un’ora in più, si prevede la rimodulazione degli orari delle discipline storico-filosofico e giuridiche. Sarà una commissione ministeriale ad hoc, che la legge chiede di instituire, a studiare come collocare la nuova materia nei piani di studio.
Si parte dalla scuola dell’infanzia fino alle superiori, con l’educazione ambientale, la lotta allo spreco di risorse, l’educazione alla legalità, e nel corso negli anni si prevede lo studio della Costituzione, delle istituzioni dello Stato e dell’Unione Europea, degli elementi fondamentali di diritto.
In pratica si tratta di un salto di qualità dell’attuale materia di educazione civica che, insegnata solo alle medie e superiori, spesso viene fatta in maniera superficiale e non è sottoposta a valutazione.