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giovedì 21 Novembre 2024
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Il caso della “moschea di Ellera”: facciamo chiarezza

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Sulla “moschea” di Ellera è stato detto di tutto, è bene quindi cercare di fare un po’ di chiarezza. Per farlo abbiamo sentito i vari protagonisti di questa vicenda che si è aperta nelle colonne del Corriere dell’Umbria e come il vaso di Pandora ha riversato incertezze e polemiche.
Il caso è nato dalla pubblicazione di una illustrazione in cui si parla di “progetto di costruzione di una moschea” con alcuni bozzetti grafici e l’intestazione dell’Associazione Culturale Islamica Assalam di Corciano la cui sede, dove è noto si svolgano iniziative di culto – si trova in via Ponchielli a Ellera. L’attuale capannone dove si trova il centro religioso è peraltro molto simile a quello che si vede nella bozza di progetto in questione.

L’argomento è ben noto al consigliere della Lega Valerio Mancini che da tempo ha intrapreso una crociata contro i luoghi di aggregazione islamici, da Umbertide a Marsciano. “Non è che uno raccoglie i fondi – ci spiega Mancini – se il desiderio non è raggiungibile. Probabilmente hanno in mente di poterlo fare. Io voglio essere sicuro se esiste o no un progetto e se quello che si legge è l’iban dell’associazione: il sindaco Betti e la polizia municipale dovrebbero verificare se c’è una raccolta fondi per questo scopo. La verità è che in base alla Costituzione le associazioni culturali non possono essere luoghi di culto, tuttavia sulle due definizioni alcune amministrazioni hanno equivocato dal punto di vista urbanistico per le concessioni edilizie e per realizzare parcheggi”.

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Il documento in effetti riporta tutti i riferimenti per effettuare bonifici: iban, conto corrente, bic/swift e coordinate bancarie. Corcianonline ha verificato che i codici numerici corrispondono ad un conto Bancoposta intestato all’ACIAC, acronimo che sta appunto per Associazione culturale Islamica Assalam Corciano.
Non restava che sentire il presidente dell’associazione sulla natura di questa iniziativa. “Era un’idea iniziale – ci spiega Kartah Hicham – che è stata abbandonata per mancanza di mezzi finanziari perché molti di noi sono disoccupati ma non è mai stata depositata in comune, non era un progetto ufficiale. Non so come è venuta fuori quella foto. È di tre anni fa. Una cosa strana, qualcuno ne ha approfittato”.

Sui modi e i tempi (Corciano è in campagna elettorale per il voto amministrativo del 10 giugno) di come sia emersa la grafica dell’ipotetico progetto è intervenuto il PD di Corciano che ha parlato di notizia creata ad arte e di strumentalizzazione. Sulla vicenda si è espresso con Corcianonline anche il sindaco Cristian Betti: “Quella foto – ha detto – non significa niente, è solo un disegno. È come avere la bozza grafica di un grattacielo a Corciano. Lì certo una moschea non si può fare per i vincoli del piano regolatore e nemmeno ampliamenti, mancano le volumetrie. Non è un fatto solo strumentale, è inquietante. Non si era mai scesi così in basso a Corciano”.

Insomma sembra esserci chi la “moschea” la vorrebbe fare, chi ha intenzione di ostacolarla e chi assicura – prg alla mano – che è impossibile una sua realizzazione. A sostegno di quest’ultima tesi arrivano anche le parole raccolte negli uffici urbanistici del comune di Corciano. “Non c’è nessuna approvazione – ci spiega un funzionario comunale – da parte del comune di una moschea. Se poi presentano la richiesta di rifacimento del tinteggio oppure un’apertura di luce, è normale essendo un capannone. Ma non può diventare una moschea perché sul piano regolatore non c’è una zona servizi lì. L’unico luogo di culto approvato è quello dei Testimoni di Geova. Quello là (il documento con il presunto bozzetto grafico, ndr) non è un progetto presentato in comune”.

Lorenzo G. Lotito

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