“Come constatato nelle riunioni dell’Osservatorio Corciano Verso Rifiuti Zero e nella prima dell’Osservatorio comprensoriale dell’Unione dei comuni del Trasimeno più Corciano, gli spazi operativi dei Comuni nella gestione integrata dei rifiuti sono sempre più compressi”. E’ quanto rileva l’assessore all’ambiente, Giuseppe Felici, che traccia un quadro dell’universo rifiuti, tra luci e criticità. “La gestione integrata del ciclo dei rifiuti – sottolinea – dipende da un Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, adottato nel 2009 e che, malgrado l’adeguamento approvato nel 2015, molto soffre del tempo trascorso e soprattutto del fatto che tra il 2013 e il 2014 le normative nazionali ed europee sono state pesantemente modificate rendendo stringerti la gerarchia della gestione dei rifiuti e il ricorso all’economia circolare. Intanto il sistema poco tiene conto dei piani nazionale e regionale di Prevenzione dei rifiuti, anche se si è arrivati al finanziamento di centri di riuso, di cui quello di Corciano, che dovrà funzionare di concerto con quello di Panicale per servire l’intero sub-ambito, è l’unico già realizzato strutturalmente e in via di definizione sul piano organizzativo. Manca ancora – ribadisce l’assessore – il livello della progettazione sostenibile, almeno degli imballaggi; mancano incentivi alle produzioni circolari. Sul livello della gestione, dopo l’unificazione dei vari Ati nell’Auri, processo lungo e laborioso, stiamo finalmente vedendo un piano d’azione comune per tutto il territorio regionale. Manca l’unificazione del modello di raccolta (più che il gestore unico, che alla fin fine, interessa più il gestore stesso che l’utenza). Manca l’individuazione di criteri di qualità della raccolta, più che quelli di quantità (arrivando all’eccesso in cui gli incentivi per la tariffazione puntuale sono andati quasi esclusivamente a Comuni che raccoglievano i pannolini con l’umido, con la conseguenza di aumentare si la percentuale di differenziata, ma aumentando ancor di più lo scarto, per effetto trascinamento)”.
Malgrado ciò, ribadisce Felici “è in fase di completamento il modello di porta a porta spinto. Si conta di arrivare presto alla gestione su utenze singole dell’indifferenziato e successivamente dell’umido. Difficoltà ulteriore viene dal tipo di rapporto complesso che i Comuni, tramite ambiti e sub ambiti, hanno con i gestori del servizio, sia a maggioranza pubblica che, ancor più, in presenza di partecipazioni minoritarie o maggioritarie, del privato. Riportare le aziende sotto controllo pubblico, come più volte evidenziato in Consiglio Comunale di Corciano, preferibilmente con il raggiungimento della piena proprietà pubblica, è un passo fondamentale per riprendere il pieno controllo della filiera dei rifiuti”. “Malgrado queste difficoltà – riprende Felici – c’è un ambito in cui la progettualità e la funzionalità comunali rivestono ancora un ruolo centrale. È l’ambito della prevenzione della produzione dei rifiuti, vertice della gerarchia europea. Tutto l’ambito che è esterno ai contratti di servizio, proprio perché si occupa dell’evitare che i prodotti divengano rifiuti. In questo ambito, oltre alla messa in campo del centro di riuso, si è già molto avanti con la distribuzione alle utenze individuali dei composter, per intercettare i flussi dell’umido e usarli come fertilizzante naturale. Ora siamo alla fase in cui è necessario affinare il sistema controllando che i composter vengano utilizzati e utilizzati correttamente. Resta allo studio la possibilità di estendere il compostaggio anche alle zone più urbanizzate, sia trovando sistemi di incentivazione del compostaggio domestico che, soprattutto, individuando zone di uso collettivo in cui sistemare strutture che favoriscano il compostaggio di quartiere. Qui, come per il centro di riuso, la criticità sta soprattutto nell’individuare filiere in uscita per il prodotto”.