Riceviamo e pubblichiamo
“Inizia la 18esima Legislatura ed io sono onorata di poter continuare a dare il mio contributo a questo complesso ma straordinario Paese”. Così la senatrice Nadia Ginetti (Pd) subito dopo il suo insediamento a Palazzo Madama a Roma.”Conoscevamo il rischio della sconfitta nel voto dello scorso 4 marzo – prosegue – ed il risultato è stato peggiore delle previsioni. Dobbiamo prendere atto di questo ma non dobbiamo cadere nel rischio di guardarci indietro. Stiamo vivendo un irreversibile processo di trasformazione e cambiamento. Le certezze del passato sono ormai cadute ed è in questo nuovo e più instabile contesto nazionale ed internazionale, economico, di trasformazione sociale e culturale che ci dobbiamo confrontare. Resta il fatto che dobbiamo essere orgogliosi di questi ultimi 5 anni di governo, difficili, complessi e straordinari.
“Abbiamo risollevato un presente in grave difficoltà e lo abbiamo rimesso sulla strada della crescita. E’ stata una grande stagione di riforme. Abbiamo riconsegnato un paese con più diritti: unioni civili, biotestamento, non autosufficienze, autismo, il dopo di noi, il reddito di inclusione, il reato di disastro ambientale, lo spreco alimentare, il falso in bilancio, l’autoriciclaggio e la corruzione. Abbiamo raddoppiato il recupero dell’evasione fiscale, ma non è bastato. Dovevamo raccontarlo prima, durante questi cinque anni, ma le tensioni interne e le tentazioni di boicottaggio, anche locale, hanno prevalso. Noi del Partito democratico dobbiamo e vogliamo rimanere protagonisti e attori della vita politica nazionale e, soprattutto, locale. Vogliamo essere presenti anche in Europa per chiedere un’unione più democratica, più sociale e solidale, progressista e plurale, protagonista in un contesto di geopolitica internazionale instabile ed in continua evoluzione. Vogliamo essere protagonisti contro i freddi venti di destra che spirano in Europa da est”.
“Il tutto tenendo presente – sottolinea la senatrice Ginetti – anche e soprattutto il contesto regionale. In Umbria nel 2008 avevamo 250.600 voti, scesi nel 2013 a 168.700 (-70mila) e nel 2018 a 126.800 (-41mila). Tra i Comuni sopra i 10mila abitanti, nel confronto tra il 2008 e il 2018, il calo più importante si è registrato a Terni, con un meno 59,5%, seguito da Gubbio, Spoleto, Umbertide, Narni e Perugia. Dal 2013 al 2018 forte è stata la crisi nell’area compresa tra Todi e Marsciano. Corciano, invece, è il Comune dove il Pd ha perso di meno. Dunque una crisi del Pd che viene da lontano e che ha già cominciato a cambiare la cartina geopolitica dell’Umbria. Sono convinta che l’elettorato si sia spostato verso il Movimento 5 Stelle e la Lega, quello nostro soprattutto verso il partito guidato da Salvini. Questo è avvenuto non semplicemente per una sorta di geografia nord-sud, sui temi dell’assistenzialismo (con il reddito di cittadinanza) o sul tema dell’immigrazione. Il voto si è spostato perché siamo apparsi cattivi interpreti dei nuovi bisogni di protezione sociale e di sicurezza. Non abbiamo saputo produrre completamente il cambiamento promesso. Adesso è arrivato veramente il momento di rimboccarci le maniche e percorrere una strada nuova, che sappia dare le risposte alle domande che ci pongono i cittadini, di trasformazione e di sviluppo sostenibile che guardi alle generazioni future”.
Luana Pioppi
Ufficio Stampa Nadia Ginetti