Tutta l’Italia si è mobilitata per ricordare gli oltre 970 nomi delle vittime innocenti delle mafie in occasione della 23° Giornata della Memoria e dell’Impegno, promossa da Libera e Avviso Pubblico. Foggia è stata la piazza principale di un evento che si è svolto però contemporaneamente in migliaia di luoghi d’Italia: scuole, carceri, associazioni, università, fabbriche, parrocchie.
La Giornata della Memoria e dell’Impegno ricorda tutte le vittime innocenti delle mafie, oggi legge nazionale, e rinnova in nome di quelle vittime l’impegno nella lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione.
In Umbria la cerimonia ufficiale di Libera si è svolta a Gubbio con larga adesione. In quegli stessi momenti una manifestazione più piccola ma altrettanto sentita si è svolta fra Olmo ed Ellera – frazioni confinanti dei comuni di Perugia e Corciano – organizzata dalle scuole primaria (1A, 1B, 3A, 3B, 4A, 4B) e secondaria di Olmo (1A, 1B, 2A, 2B). C’erano gli alunni insieme ai loro insegnanti, alcuni genitori e persino qualche nonno. Hanno preso parte all’iniziativa il sindaco di Corciano Cristian Betti, la consigliera comunale di Perugia Maria Grazia Marcaccioli, il luogotenente Francesco Zampa comandante della stazione carabinieri di Perugia, gli agenti della polizia municipale di Corciano e rappresentanti del Centro anziani Antonio Cardinali di Ellera.
La giornata della scuola di Olmo “Terra. Solchi di verità e giustizia” si è suddivisa in due momenti. Dapprima gli alunni con l’aiuto dei docenti hanno piantato un’ulivo e piantine aromatiche di rosmarino e salvia nel terreno antistante la scuola a simboleggiare la pace e la speranza. “Oggi 21 Marzo – ha detto l’insegnante Maria Carmela Furfaro – è il primo giorno di primavera e, nonostante il maltempo, è la stagione della rinascita in cui la natura si risveglia per donare speranza. La giornata della Memoria e dell’Impegno coincide con questa data perché tutti noi, ricordando e impegnandoci quotidianamente, vogliamo e siamo pronti a risvegliare le nostre coscienze per camminare insieme, uniti, verso un territorio e una società libera dalle mafie, dalla corruzione e da ogni tipo di malaffare”.
Tutti i presenti poi hanno formato un corteo che si è mosso dalla scuola di Olmo, ha attraversato le vie interne di Ellera fino ad arrivare al piazzale del centro commerciale La Galleria. I bambini hanno sfilato con striscioni, cartelloni e una coperta commemorativa con su scritto “Solo chi sogna può volare”. All’arrivo sono stati letti da alunni, insegnanti e istituzioni molti dei 972 nomi di vittime innocenti delle mafie: semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perché, con rigore, hanno compiuto il loro dovere.
Durante l’evento è stato anche ricordato il messaggio augurale inviato da Don Ciotti: “Le mafie si possono studiare, analizzare, raccontare con efficacia, ma è difficile capirle a fondo senza aver conosciuto le loro vittime, senza aver sentito sulla pelle, per contagio emotivo, quegli spari”.
Nell’ambito della Giornata le classi della scuola di Olmo hanno realizzato lavori di approfondimento sulla vita di alcune vittime delle mafie. Fra esse anche il professore calabrese Giuseppe Rechici, ucciso nel 1987. Rechici all’epoca era il professore di matematica dell’insegnante Maria Carmela Furfaro la quale assistette alla sua morte a causa di una pallottola vagante. Attraverso i ricordi di quella tragedia gli alunni di Furfaro hanno redatto un tema, che riportiamo per intero.
GIUSEPPE RECHICHI – VITTIMA INNOCENTE DELLA MAFIA
Il giorno 4 marzo del 1987, mercoledì delle ceneri, fu ucciso, per errore, Giuseppe Rechichi. Era un professore di matematica dell’Istituto Magistrale di Polistena (RC): fu ucciso per errore da una pallottola vagante esplosa dalla ‘ndrangheta.
Non era lui il vero bersaglio, perché la pallottola era diretta a Vincenzo Luddeni, direttore della banca di Polistena, minacciato dai criminali per estorsione. Il professore Giuseppe stava entrando a scuola per lavorare e, all’improvviso, la pallottola lo colpì e gli perforò il cuore. Lui si accasciò ai piedi della nostra maestra.
Sicuramente Rechichi era una bravissima persona non colpevole. La mafia è bruttissima e va combattuta subito con ogni mezzo. Non so come la mia maestra sia riuscita a sopportare quella scena, io sarei morta dalla paura. Penso che una persona non debba morire in questo modo, ucciso, per errore.Giuseppe Rechichi aveva 48 anni e tre figli.
Oggi loro sono molto attivi in Libera e nella lotta contro le estorsioni e in altri impegni sociali. L’Istituto dove il Professore Rechichi insegnava ora è un liceo e porta il suo nome. E’ nata una fondazione a nome suo che si occupa di promuovere il BENE e la GIUSTIZIA.
In sua memoria, ogni anno, sono istituite 5 borse di studio per gli alunni del Liceo e 3 premi per altre Scuole della Piana di Gioia Tauro.
E’ nata una orchestra di fiati che porta il suo nome e si esibisce in tutta Europa.
Il Presidio Libera Scuola di Perugia porta il suo nome.Oggi, grazie alle persone vicine al Professore Rechichi, nella PIANA di GIOIA TAURO, ci sono i più grandi terreni confiscati alla mafia.
Sono nate delle cooperative che hanno creato lavoro in un luogo dove c’era miseria.
La VALLE del MARRO è la testimonianza viva che il territorio ha dimostrato per portare avanti il nome di un UOMO ucciso per errore.
Ancora oggi Rechichi è rimasto nel cuore e nella mente di tutti.
Lorenzo G. Lotito