Un maestro di una scuola elementare del corcianese è stato arrestato per possesso di materiale pedopornografico. La misura cautelare è stata eseguita circa due settimane fa nel corso di una più vasta operazione della Polizia Postale di Torino.
La notizia è stata seguita nei giorni scorsi dal La Nazione Umbria negli articoli di Sara Minciaroni ed Erica Pontini.
Dodici hard disk da due terabyte ciascuno sono stati sequestrati al maestro 45enne di origini campane ma, secondo quanto finora si è appreso, fra le foto incriminate non ci sarebbe materiale che coinvolge gli alunni ai quali insegna da circa quattro anni varie materie fra cui tecnologia.
Sempre secondo quanto riporta il quotidiano l’uomo ha ottenuto gli arresti domiciliari la settimana scorsa e al momento di trova presso la casa dei genitori a Castellamare di Stabia; questi ultimi hanno dovuto dichiarare di non avere computer o mezzi per accedere a internet. Lo ha deciso il tribunale del Riesame a cui gli avvocati del 45enne, Claudio Rotunno e Luca Graziani, avevano fatto ricorso chiedendo una misura meno afflittiva rispetto al carcere di Capanne, dove è stato detenuto in isolamento per qualche giorno.
Secondo i suoi legali il maestro avrebbe sostenuto di non essere al corrente del contenuto dei file scaricati.
Nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Fabrotta avrebbe infatti dichiarato di aver scaricato a scatola chiusa, ignaro di cosa stesse facendo.
La Nazione scrive anche che l’uomo qualche mese fa era stato già segnalato dalla polizia svizzera per un reato dello stesso tipo. Un fatto appreso dai genitori dei bambini della primaria che hanno cominciato a chiedersi i motivi per i quali fosse possibile che un docente con accuse del genere potesse insegnare in una scuola elementare.
La Nazione scrive che le indagini della Polposta sono iniziate con un agente sotto copertura che si è infiltrato nelle piattaforme online in cui i pedofili scambiano materiale proibito, nel caso specifico si tratterebbe di fotografie di ragazzine e ragazzini di età compresa tra i 10 e 15 anni.
Dopo aver stabilito un contatto con l’uomo, i poliziotti sono riusciti a farlo uscire allo scoperto facendosi inviare dei file e raccogliendo altre prove, dopodiché è scattata la perquisizione domiciliare nella sua abitazione in provincia di Perugia.
Dalle indagini è emersa una ramificata rete con più di 200 contatti dislocati in Italia e all’estero.
Secondo l’inchiesta portata avanti dalla Nazione Umbria la vicenda ha creato molta apprensione fra i genitori degli alunni e degli ex alunni del docente che ora vogliono la certezza che nel materiale sequestrato non ci siano immortalati i loro figli. Centinaia i messaggi privati e sulle chat di genitori su Whatsapp.
“Ho fatto una riunione con i genitori degli alunni”, ha risposto alle giornaliste de La Nazione il dirigente scolastico Pierpaolo Pellegrino.
Intanto nella scuola è arrivato un insegnante supplente.