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giovedì 7 Novembre 2024
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Politiche 2018 – Intervista con la candidata del M5S Checcobelli: “Siamo gli unici credibili, rendiamo conto solo ai cittadini. Nel nostro programma un Ministero del Turismo”

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Proseguono le nostre interviste ai candidati in Umbria per le elezioni politiche del prossimo 4 marzo. Tra i candidato del Movimento 5 Stelle c’è anche Simonetta Checcobelli, attuale consigliere comunale a Corciano. Checcobelli è candidata al Senato della Repubblica nel collegio plurinominale.

Quali sono le motivazioni che l’hanno spinta a candidarsi?
Nel 2013 sono stata candidato sindaco nel comune di Corciano, allora il mio spirito di cittadina mi spinse ad impegnarmi nel territorio dove vivo per cercare di contrastare realtà che non mi soddisfacevano. Mi riferisco allo sfruttamento del suolo che a Corciano, negli anni passati, ha raggiunto un livello di erosione elevatissimo; al traffico e all’inquinamento dell’aria, Ellera, Quasar e Gherlinda, sono zone delle quali non si hanno misurazioni delle polveri sottili; alle problematiche legate alla presenza di una discarica, Borgo Giglione, che incombe sul territorio corcianese con un potenziale inquinante di cui, ad oggi, sappiamo ben poco; alle criticità sociali di un territorio dove ci sono scarse possibilità aggregative per i giovani.
Il lavoro svolto in questi cinque anni, come unica opposizione credibile all’interno del Consiglio Comunale di Corciano ha attivato una rete di cittadini che si sono avvicinati, hanno collaborato e sono diventati sempre più consapevoli che per cambiare quello che non ci piace dobbiamo impegnarci in prima persona.
Avuta la consapevolezza che il lavoro intrapreso sarebbe stato portato avanti da altri, ho deciso di proseguire questo impegno a livello parlamentare.

Perché votare lei, perché il suo partito?
Perché votare il movimento 5stelle presuppone una risposta molto semplice. Alla luce di quello che accade ogni giorno intorno a noi, i candidati del movimento sono gli unici ad avere le mani libere per promettere qualcosa agli italiani, gli unici che possono andare contro gli interesse lobbistici, della grande finanza, delle multinazionali, che possono riaffermare principi di equità e ridistribuzione. Non abbiamo interessi particolaristici da tutelare, ci finanziamo con le donazioni dei cittadini e gli unici a cui dobbiamo rendere conto sono loro. Il movimento 5 stelle è l’unica forza politica veramente nuova, che non abbia governato negli ultimi venti trent’anni.
Per quanto riguarda me stessa l’impegno costante, l’approfondimento, l’opposizione sempre supportata da documenti e fatti concreti, svolta in questi anni in consiglio comunale e un carattere determinato, ma molto equilibrato, alla fine, hanno fatto si, che, dall’iniziale pregiudizio ideologico, il confronto sia tornato sullo scontro politico nel rispetto delle parti e questa credibilità, penso, sia la prima cosa su cui poter rivendicare il voto alla mia persona, un voto giustificato da una esperienza maturata sul campo a stretto contatto con il territorio.
Il M5S chiede, ai propri candidati, dei documenti che diano conto di garanzia di trasparenza e onestà che gli altri partiti non richiedono, quindi, io, come tutti gli altri candidati del M5S possiamo dichiarare di non essere stati condannati o indagati al momento della nostra candidatura e questo è un altro motivo per cui votare la mia persona e quella degli altri presenti nella nostra lista.

Se dovesse essere eletta quale sarà la sua prima iniziativa?
Sicuramente in tema di politiche sociali e reddito di cittadinanza. In questi cinque anni come consigliere comunale mi è capitato spesso di essere contattata da famiglie o persone in gravi difficoltà economiche, persone che avendo perso l’occupazione non riuscivano a reinserirsi nel mondo del lavoro. Purtroppo i mezzi a disposizione di un consigliere di minoranza sono praticamente inesistenti, ma queste persone mi hanno fatto capire quanto sia veramente necessario il Reddito di Cittadinanza che da anni il M5S propone come improrogabile.
In Italia ci sono 10 milioni di poveri a cui ridare dignità, non con le mancette che hanno caratterizzato il governo degli ultimi anni, che tendono a creare una sorta di riconoscenza, ma non risolvono il problema della disoccupazione in maniera strutturale, per cui, quello delle politiche sociali e del lavoro sarebbe un ambito in cui indirizzare con massima priorità il mio impegno.

Quanto è importante mantenere un contatto con il proprio territorio di appartenenza?
Le norme interne del Movimento impongono come regola per le candidature locali e nazionali la prerogativa dell’appartenenza al territorio in cui ci si presenta, non ci appartengono le logiche della poltrona sicura che caratterizzano i partiti tradizionali. La conoscenza delle realtà locali delle peculiarità e delle criticità sono fondamentali per indirizzare l’attività politica alla soluzione di problemi e alla valorizzazione di particolarità e specificità locali.
Il M5S è una forza politica nuova che è cresciuta più velocemente a livello nazionale che locale, siamo convinti che nei prossimi anni sarà necessario lavorare per costruire un raccordo ancora più forte con i consiglieri locali comunali e regionali, per portare le istanze del territorio in Parlamento .

Qual è il futuro dell’Italia nell’Europa?
Il volto dell’Europa è fortemente trasformato da sovrastrutture normative e regolamentari, soprattutto in materia di finanza, favorendo una filosofia arida e contabile rispetto ai principi dei padri fondatori.
Il nostro obbiettivo è quello di rivedere , in sede Ue,vari trattati che pongono il paese in situazioni di forte criticità, da quelli sull’immigrazione a quelli che regolano i principi del Fiscal Compact, perché non condividiamo politiche di austerity praticate in modo cieco, che si sono rivelate inefficaci a risolvere la grave crisi del Paese.

Quali sono i punti deboli e i punti forti dell’Umbria?
Lavoro nei Beni Culturali e credo che uno dei punti forti della nostra regione siano proprio queste enormi ricchezze che costellano il nostro territorio. Le bellezze archeologiche, artistiche, architettoniche e paesaggistiche unite alle nostre tradizioni rurali, artigianali enogastronomiche possono fare dell’Umbria una Regione molto attrattiva agli occhi di quell’enorme flusso di turisti che nel prossimo decennio usciranno dai propri paesi.
Secondo il World Tourism Barometer nel 2015 l’Italia era al quinto posto per incoming turistico, con 50,7 milioni di turisti, se consideriamo che le previsioni dei flussi turistici dei prossimi dieci anni arriverà a sfiorare 1,8 miliardi di persone ( TURISMO 2030 di Domencio De Masi) si capisce quanto importante sia spingere le politiche di attrazione dei flussi turistici nel Paese e nell’Umbria.
Secondo il World Travel and Tourism Council, nel 2016, la nostra industria turistica vale, compreso l’indotto, 172,8 miliardi di euro (10,3%) del PIL, se consideriamo che attualmente sono le regioni che hanno promosso le politiche turistiche con risultati fortemente differenti tra una e l’altra, risulta evidente quanto ancora si può migliorare in questo settore, con grande incremento in termini economici e occupazionali, in quanto un miliardo investito nel turismo ha un effetto sull’occupazione quattro volte superiore a quello che genera lo stesso investimento nel campo petrolifero, con grandi benefici anche per l’ambiente.
Attrarre flussi turistici mossi, non solo dal desiderio di visitare i luoghi, ma anche da quello di fare esperienze uniche su territori unici, credo, sia una sfida importante per chi governerà nei prossimi anni.
Il nostro programma prevede la creazione di un Ministero del Turismo che crei le condizioni affinché l’intero paese Italia, con il richiamo al “Brand Italia”, possa promuovere l’avvio di economie virtuose attraverso l’utilizzo di risorse già presenti, comprese le tante attività ricettive diffuse, B&B, agriturismi .
Digitalizzazione e infrastrutture adeguate devono essere da supporto a questo progetto
Strade, ferrovie, aeroporti sono indispensabili per creare una mobilità funzionale per i cittadini e i visitatori.
L’Umbria è fortemente penalizzata dall’isolamento in cui vive per mancanza di collegamenti adeguati, sia interni, che esterni, affrontare queste criticità credo sia una sfida primaria per creare delle opportunità nuove per la Regione.

Come vede in Italia un futuro di macroregioni?
La questione è molto delicata e si deve evitare una fusione a freddo, utile, forse, ad interessi particolaristici più che ai cittadini. Lo stesso fallimento della eliminazione delle Province deve fare riflettere. Se oggi la nostra Regione ha poco peso con queste fusioni potrebbe averne ancora di meno, le decisioni saranno prese altrove, in palazzi sempre più lontani.

Che scenari politici reputa probabili dopo il 4 marzo?
Credo che i cittadini alle prossime elezioni sapranno riconoscere la chiarezza del M5S rispetto alla confusione e alla opacità che caratterizza tutti gli altri.
Il PD e FI, in primis, hanno voluto il Rosatellum per permettere ai partiti di scegliere nelle stanze delle segreterie i propri candidati che sono stati piazzati in più collegi, sulla base di calcoli funzionali solo alla eleggibilità.
I nostri candidati sono tutti collegati ai territori su cui risiedono e hanno la fedina penale pulita, credo che ipotizzare un risultato che vede il M5S come primo partito assoluto sia abbastanza probabile, da tempo abbiamo i nostro candidato premier, il centrodestra ha un candidato premier non eleggibile, il PD un premier che fa scendere costantemente i sondaggi.
PD e FI sono in forte calo non potranno far l’inciucio, credo che l’unica possibilità per non perdere la poltrona sia quella di parlare con noi. Proporremo convergenze tipo taglio stipendi per tutti i parlamentari, vincolo di mandato e aiuti alle famiglie.

Com’è cambiata la politica nell’epoca del social network?
Sicuramente ha riannodato i fili della partecipazione, superando la crisi delle strutture dei partiti che vedevano come punti di incontro e dibattito i circoli e le sezioni.
Sempre più persone attraverso la rete partecipano alle tematiche politiche ed esprimono le proprie opinioni, si informano non solo attraverso i canali tradizionali dell’informazione.
Importante però è capire che avere più informazione non vuol dire avere più conoscenza , dobbiamo diventare cittadini consapevoli, partendo dal maggior numero di input dobbiamo interpretare, capire ed approfondire quei fatti.
La politica deve essere però anche in grado di attrarre concretamente quegli uomini e quelle donne che hanno riscoperto il senso della partecipazione in rete trasformandoli in cittadini attivi sul territorio e proponendo soluzioni e modalità operative per affrontare la realtà complessa che ci circonda.

Populismo , immigrazione violenza: come commenta i fatti più recenti?
Non mi riconosco nella accezione più negativa del termine che indica demagogia, rozzezza culturale, se invece parliamo di movimento di popolo sinonimo di democrazia allora potrei definirmi populista.
Non abbiamo mai cavalcato il tema dell’immigrazione come hanno fatto quei partiti, tipo la Lega, che hanno fatto delle problematiche connesse alla immigrazione il proprio cavallo di battaglia. L’immigrazione è un problema per il nostro paese che va trattato in sede europea e con la riorganizzazione dell’accoglienza, di cui parliamo diffusamente nel nostro programma, attraverso la creazione di vie di accesso legali, riallocazione dei migranti negli stati UE, potenziamento delle commissione e cooperazione internazionale.
La violenza è sempre stata condannata dal M5S, nei nostri cortei, nelle nostre manifestazioni, non ci sono mai stati episodi di violenza, nonostante M5S sia in grado di riempire piazze in ogni parte del paese.
I principi della Costituzione e le diverse anime che l’hanno generate mettono in evidenza che solo il confronto e il dibattito democratico possono garantire benessere e libertà ai cittadini e su questi punti siamo intransigenti.

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