Un’opportunità in più per chi si trova nella delicata fase di passaggio tra mondo carcerario e società civile.
È quella offerta dal progetto “Sfide 2: una buona pratica di presa in carica multiprofessionale”, finanziato dalla Regione Umbria e realizzato dall’Associazione Temporanea di Impresa composta dalle cooperative sociali Frontiera Lavoro di Perugia, Cultura e Lavoro di Terni e Quadrifoglio di Orvieto, in collaborazione con gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna di Perugia e di Spoleto. Il progetto ha visto protagoniste ottanta persone in carico al servizio sociale del Ministero della Giustizia, che sono state impegnate attraverso un tirocinio formativo della durata di sei mesi all’interno di aziende umbre. A Corciano le aziende coinvolte nel progetto sono state sei appartenenti ai settori ristorazione, commercio e artigianato.
L’obiettivo del progetto è quello di aiutare queste persone a trovare un’identità lavorativa e di conseguenza anche un maggiore benessere personale.
“Il cittadino in esecuzione penale esterna – ha spiegato Luca Verdolini, coordinatore del progetto – è portatore di una complessa situazione personale, determinata dalla inattività forzata, aggravata da problematiche quali la perdita del proprio ruolo nella società e nella propria famiglia, e la conseguente privazione dei più elementari punti di riferimento esterni”. I partecipanti dopo un percorso di orientamento al lavoro sono stati inseriti in regime di tirocinio formativo extracurriculare all’interno di diverse attività produttive e commerciali dove poter sperimentare in maniera diretta le condizioni lavorative reali ed i ritmi di produzione di un’azienda.
“Il valore aggiunto di questa iniziativa – dichiara la Dr.ssa Maria Biondo dell’Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Perugia – sta nell’importanza attribuita alla fase di orientamento e quindi agli aspetti di valorizzazione delle attitudini, competenze e aspettative dei partecipanti”.
Secondo i dati forniti da Frontiera Lavoro il tasso di recidiva dei detenuti che non hanno avuto accesso a percorsi di inserimento lavorativo è del 27%, mentre scende al 2,8% fra i detenuti che hanno avviato tirocini guidati in contesti produttivi. Con il lavoro infatti si aprono non solo importanti opportunità di socializzazione e reinserimento, ma anche un percorso individuale della scoperta di sé, della propria identità, e della relazione con l’altro.
Al termine del tirocinio 34 destinatari sono stati assunti con regolare contratto di lavoro dalle aziende ospitanti.