Esistono degli atteggiamenti e dei comportamenti genitoriali che, perpetuati nel corso del tempo, possono rischiare di compromettere ed indebolire il rapporto che si ha con i propri figli.
Primo fra tutti è l’incapacità di ascoltare. Questo comportamento, infatti, può condizionare pesantemente lo sviluppo delle capacità comunicative dei bambini. La curiosità che li contraddistingue li induce a fare continuamente domande e il genitore è il primo interlocutore al quale si rivolgono per soddisfare il proprio desiderio di conoscenza. Capita però, sempre più frequentemente, che gli adulti, presi dalla frenesia del quotidiano, ignorino tali richieste, obbligando a stare in silenzio i bambini e fornendo risposte veloci e poco esaurienti. Tali atteggiamenti possono portare i bambini a perdere la voglia di interfacciarsi con i propri genitori preferendo spazi di solitudine ed escludendoli sempre più dal proprio mondo.
Un errore commesso dalla maggior parte dei genitori è anche quello di confondere l’educazione con le punizioni, le proibizioni, con un eccessivo autoritarismo che non permette al bambino di commettere passi falsi. Si tratta di un atteggiamento inutile e dannoso per un sano sviluppo dell’autostima del piccolo, il quale penserà di valere poco e di non essere in grado di fare nulla. Il bambino diventerà sempre più insicuro e svilupperà un sentimento di rancore nei confronti del genitore.
Un altro atteggiamento da evitare è quello di chi ricorre ai paragoni tra fratelli o tra un bambino e i propri compagni di classe, per sottolineare le qualità che gli altri hanno e lui no, rimarcando le cose che gli altri fanno bene e lui no. Tale atteggiamento non porta a nulla di buono e non ha niente di educativo: genera solo stress e frustrazione nel bambino che sarà costretto ad allontanarsi dal genitore che non è in grado di apprezzarlo, per preservare la propria autostima.
In conclusione: assumere comportamenti estremamente rigidi nei confronti dei propri figli, seppur con l’intento di impartire importanti lezioni di vita, è assolutamente deleterio per la relazione genitore/figlio.
(fonte youreducation.it)
Giada Gatti