“Ogni città e ogni piccolo borgo non è mai solamente un cumulo di pietre, un insieme di strade, di monumenti, di palazzi e di servizi di pubblica utilità. È qualcosa di più. Una città è soprattutto un luogo dell’anima, un moto interiore, un’identità collettiva e quindi un noi condiviso”.
Comincia così il cardinale Gualtiero Bassetti il suo saluto a tutti gli uomini e le donne dell’archidiocesi.
“Il primo verbo – scrive il porporato – è sciupare. L’ha utilizzato ieri sera al Te Deum Papa Francesco e ci esorta, tutti quanti, ad una riflessione seria sull’anno che ci siamo appena lasciati alle spalle. ‘Anche questo tempo dell’anno 2017 – ha affermato il Santo Padre – che Dio ci aveva donato integro e sano, noi umani l’abbiamo in tanti modi sciupato e ferito con opere di morte, con menzogne e ingiustizie’.
Il secondo verbo, per il Cardinale, è amare. Che significa dare la propria vita per gli altri. Ne è un segno indelebile Vittorio Trancanelli che nello scorso 2017 è stato proclamato Venerabile.
Il terzo verbo è fare. Se sciupare è un predicato rivolto al passato e amare è indirizzato, prima di tutto, al presente, il verbo fare – spiega Bassetti – è soprattutto un’esortazione al futuro: alle parole devono seguire i fatti, perché così ha amato Gesù. L’auspicio per questo 2018, dunque, è che sempre più i fatti concreti seguano parole.
Tre fatti concreti stanno particolarmente a cuore al Cardinale: tutti i poveri, senza alcuna distinzione culturale; le famiglie con i figli a rappresentare l’architrave insostituibile della nostra società e la comunità della Chiesa sparsa su tutto il territorio.