“È incontenibile”, “Ha un caratteraccio!”
Frasi che nel nostro immaginario descrivono il comportamento di bambini capricciosi ma che, secondo gli esperti, raccontano la reazione dei più piccoli a situazioni frustranti o ingestibili per loro. Ecco alcune verità pubblicate a riguardo sul sito mamme.it:
Non confondiamo un bambino capriccioso con un bambino stressato: riempire il piccolo di attività può sovreccitarlo e stressarlo, rendendolo sempre nervoso. Lasciamo, invece, che ogni tanto si annoi e che abbia delle ore vuote. Il suo comportamento migliorerà.
Il pianto disperato del piccolo ci scuote e ci infastidisce. Noi adulti, infatti, siamo abituati a reprimere e soffocare le nostre emozioni più forti, mentre i bambini non sanno e non vogliono farlo. Per questo un bambino capriccioso all’apparenza può nascondere una ferita emotiva, una tensione o il bisogno di rassicurazione.
Che i bambini abbiano bisogno di muoversi non è una novità. Lasciamo che i bambini si sfoghino fisicamente e mentalmente, portandoli in spazi aperti e ampi, ideali per correre, saltare, fare capriole e scaricare il bisogno di movimento.
Spesso tendiamo a definire un bambino come capriccioso ogni volta che non esegue un compito richiesto da un adulto o quando non si comporta secondo la nostra volontà. Dietro la rabbia dei bambini, però, spesso si nasconde l’insofferenza di essere in una situazione costretta e frustrante per lui e di non saperla gestire a causa di uno sviluppo emotivo ancora in corso. In molti casi, quindi, non si tratta di un capriccio, ma di una reazione emotivamente goffa ad un sentimento di insoddisfazione vissuto dal bambino.
Il piccolo, attraverso i comportamenti negativi recidivi cerca di ottenere la nostra attenzione. Del resto, sembra che ci accorgiamo solo di quando sbaglia o di quando combina un guaio! Come aiutarlo a migliorare? Premiando i suoi comportamenti virtuosi, mostrandoci interessati solo alle cose buone che fa ed ignorando i dispetti e le monellerie.
Giada Gatti