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mercoledì 18 Dicembre 2024
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Mercato finanziario, i consigli di BCC Umbria dopo la grande recessione

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“Quel mercato finanziario che conoscevamo prima della crisi, con rendimenti elevati su titoli di stato e obbligazioni, non esiste più. I risparmiatori dovrebbero diffidare ancora di più oggi da chi offre guadagni eccezionali. Noi, come credito cooperativo, abbiamo deciso di puntare su prodotti specializzati sui temi del momento, orientati alla diversificazione”. È questa, nelle parole del suo presidente Palmiro Giovagnola, la politica intrapresa da Bcc Umbria per riavvicinare i propri clienti e soci agli investimenti finanziari dopo i “dispiaceri che questo mondo ha dato ai risparmiatori italiani”. Di tutto ciò, di queste nuove soluzioni finanziarie e delle opportunità di mercato che si stanno aprendo in un mondo che cambia rapidamente, si è parlato nel convegno organizzato all’hotel ‘Alla posta dei Donini’ di Perugia dalla stessa Bcc Umbria insieme a Bcc Risparmio & Previdenza e alla svizzera Pictet Asset Management, una delle tredici società internazionali che collaborano con il Gruppo bancario Iccrea di cui Bcc Umbria fa parte.

“Sottolineiamo spesso di essere una banca differente e vicina al territorio – ha commentato ancora Giovagnola – e lo vogliamo dimostrare con i fatti. Oggi, ad esempio, approfondiamo con i nostri correntisti e clienti la conoscenza di alcuni fondi tematici dove la diversificazione è il valore aggiunto che la banca può offrire alla propria clientela grazie anche agli strumenti informatici messi a disposizione dal Gruppo bancario (Investiperscelta). Ma ci rivolgiamo anche ai nostri dipendenti di modo che i nostri sportelli e le nostre filiali siano sempre più strutture che offrano consulenza professionale e specialistica a soci e clienti”. “I professionisti di Pictet – ha affermato Marcello Morlandi, direttore generale di Bcc Umbria – sono qui per aiutarci a capire come muoverci dopo i repentini cambiamenti a cui abbiamo assistito in questi ultimi 10 anni. La crisi dei subprime del 2008 ha messo in difficoltà i debiti di tanti Paesi, portato gli spread a livelli mai visti e messo in crisi il settore bancario e assicurativo. In questi anni ci siamo comunque mossi e abbiamo fatto scelte difficili sulle risorse e gli asset. Insieme ai nostri ospiti, vogliamo capire cosa avremmo potuto fare di più e, soprattutto, come agire bene in futuro”.

“Oggi – ha quindi spiegato Marzio Gussago di Pictet Asset Management – abbiamo un sistema nel quale convivono tassi di rendimento sulle obbligazioni ai minimi storici e prezzi delle azioni molto elevati. Una banca si deve quindi proporre in maniera completamente nuova. Alcune dinamiche che ci sembrano lontane, non solo geograficamente, sono in realtà a portata di mano grazie al lavoro delle banche moderne all’interno dei portafogli. La sfida è rendere queste dinamiche più vicine al cliente finale”. “Se in linea di massima il sistema offre tassi bassi – ha aggiunto Gussago – non possiamo andare a prenderci rischi estremi per far performare il portafoglio come un tempo. Parte della performance del portafoglio deve venire da asset diversi. Spostare una parte del portafoglio dalle obbligazioni alle azioni non significa per forza aumentare il rischio. Magari un po’ più di volatilità, ma meno rischio tassi considerando che nel prossimo periodo i tassi di rendimento obbligazionari potrebbero mediamente risalire e quindi con una potenziale consistente riduzione dei prezzi delle obbligazioni stesse. Ciò premesso, non dobbiamo farci trovare impreparati”.

Nicola Torrini

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