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domenica 22 Dicembre 2024
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Emergenza idrica, pronto il piano d’intervento dell’AURI da 6 milioni di euro

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Si accelerano i tempi per affrontare in maniera rapida, organica e coordinata l’emergenza idrica in Umbria, a seguito del relativo incontro tecnico che si è svolto giovedì 10 agosto a Perugia tra i dirigenti della Regione Umbria e dell’Auri, l’Autorità umbra per rifiuti e idrico nata il primo aprile di quest’anno dalla fusione dei quattro ex Ambiti territoriali integrati (Ati) regionali. A seguito della delibera del Consiglio dei ministri che ha dichiarato lo stato di emergenza per fronteggiare con mezzi e poteri straordinari la crisi di approvvigionamento idrico in Umbria, proprio nella giornata di giovedì è, infatti, giunta l’ordinanza del capo del Dipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli che mette a disposizione della presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, nominata commissario straordinario, 6 milioni di euro dal Fondo per le emergenze nazionali. Risorse che saranno impiegate per interventi già in corso, urgenti e di breve termine così come indicato dal Rapporto sull’emergenza idrica predisposto dagli uffici regionali su proposta degli ex Ati e che dovrà essere presentato al capo della ProCiv entro il 20 agosto.

“Nei nostri primi due mesi di vita – ha ricordato il presidente dell’Auri Cristian Betti, già sindaco di Corciano – siamo stati impegnati nell’organizzazione del nuovo ente che si occupa di gestione idrica e rifiuti a livello regionale. Relativamente a quest’ultimo ambito, abbiamo dovuto far fronte ad alcune note criticità su cui stiamo ancora lavorando e ai primi di agosto abbiamo affidato l’incarico per stilare il nuovo Piano d’ambito dei rifiuti. Rispetto alla crisi idrica, su incarico della Regione, l’autorità sta verificando a tempo di record il piano di interventi da sottoporre alla valutazione della Protezione civile”.

Le opere contenute nel rapporto hanno carattere urgente, indifferibile e di pubblica utilità e dovranno essere realizzate entro 90 giorni, pena la perdita dei fondi a disposizione. Vista la straordinarietà dei provvedimenti, l’Auri potrà intervenire in deroga ai normali passaggi burocratici. Tutti gli interventi saranno affidati ai gestori dei servizi sui vari territori e coordinati dall’Auri la quale dovrà anche verificherà la bontà dei lavori eseguiti e rendicontarli. Nel caso si riscontrasse l’impossibilità di terminare un intervento nei 90 giorni previsti, l’Auri può proporre misure sostitutive. “Esprimiamo il nostro apprezzamento alla Regione Umbria – ha commentato Betti – per l’impegno profuso nell’ottenere queste importanti risorse che si erano rese ormai indispensabili. La situazione è, infatti, veramente difficile, basti pensare che in Umbria, quest’anno, abbiamo registrato fino al 50 per cento in meno di precipitazioni rispetto al 2016. Tanti sono i piccoli paesi, specialmente quelli di montagna, che hanno dovuto ricorrere alle autobotti per riempire le proprie cisterne”.

E proprio il servizio autobotti, avviato a maggio e in programma fino a ottobre, è uno degli interventi urgenti previsti dall’Auri per una spesa di 2.172.000 euro di cui 1.123.000 euro per i territori ex Ati 1 e 2, 529mila euro per l’area ex Ati 3 e 520mila per l’ex Ati 4. “Soltanto nei mesi di maggio e giugno – ha spiegato Betti – nell’Alto Tevere e nel Perugino abbiamo trasportato 16.179 metri cubi di acqua con circa 2.700 viaggi”. Interventi a breve termine negli ex Ati 1 e 2, per un importo di 1.050.000 euro, sono, invece, quelli relativi all’approvvigionamento idrico del sistema Pesciano-Montenero da Vasciano nel comune di Todi, al nuovo collegamento dal serbatoio di Lisciano Niccone a quello di Monte Castiglione-La Badia e al rifacimento dell’adduzione dal serbatoio di Frecco a quello di Farneto-Casacastalda nel comune di Valfabbrica. Nell’Ambito 3 saranno necessari 800mila euro per l’installazione di valvole motorizzate e collegamenti per razionalizzare l’acqua distribuita e per la sostituzione di condotte di adduzione e distribuzione. Nell’ambito 4 sono invece ben 27 gli interventi da mettere in atto per una spesa complessiva di 846.000 euro.

Nicola Torrini

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