Il 52enne marocchino espulso dall’Italia per terrorismo “non ha mai predicato nell’associazione culturale islamica Assalam di Corciano”. A sostenerlo è Kartah Hicham, presidente dell’associazione, che ha affermato di “non aver più visto l’uomo da oltre un anno”.
Secondo la polizia il 52enne, imam presso il centro culturale islamico di Perugia, avrebbe contribuito alla radicalizzazione di due tunisini, espulsi nel 2015 e nel 2017. Nel comunicato rilasciato dal Ministero dell’Interno, in cui venivano spiegate le ragioni del provvedimento preso dal ministro Marco Minniti, si faceva riferimento anche a delle prediche ultrardicali fatte dall’uomo presso l’associazione Assalam di Corciano.
Questa tesi è stata però smentita da Kartah Hicham: “Ogni tanto – ammette il presidente di Assalam – frequentava i locali dell’associazione come fanno tanti altri credenti, ma non ha mai fatto prediche o tenuto lezioni coraniche”. Il perché lo spiega lo stesso Hicham: “Noi abbiamo già il nostro imam, che tra l’altro ha la cittadinanza italiana ed è una brava persona”.
I membri di Assalam ci tengono a ribadire che sono loro i primi “a vigilare su chi frequenta l’associazione. A Corciano ci conoscono tutti, siamo integrati, collaboriamo con la Croce Rossa, facciamo iniziative insieme ai cattolici. Questa persona danneggia prima di tutto noi musulmani, l’Islam promuove la pace, non il terrorismo”.
L’associazione presieduta da Hicham è nata con lo scopo di favorire l’integrazione dei cittadini di religione musulmana nel tessuto sociale e culturale corcianese. Per questa ragione Assalam ha spesso promosso eventi che riuniscono sia persone di fede islamica sia cattolici. Appena un anno fa, una decina di membri dell’associazione avevano partecipato alla messa dominicale celebrata a San Mariano in ricordo di padre Jacques Hamel, parroco ucciso in un attentato a Rouen, in Francia, nel luglio 2016.