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giovedì 7 Novembre 2024
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Cittadinanza onoraria al magistrato Antonino di Matteo, il conferimento su impulso della consigliera M5S Checcobelli

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“Ringrazio la consigliera Checcobelli per avere presentato l’odg su cui poi si è espresso favorevolmente tutto il Consiglio. E’ un onore, come Sindaco, poter conferire la cittadinanza onoraria ad un uomo che combatte quotidianamente la battaglia della legalità”. Così Cristian Betti, primo cittadino di Corciano, annuncia il conferimento della cittadinanza onoraria al magistrato Antonino Di Matteo, detto Nino, sostituto procuratore della Repubblica a Palermo. La cerimonia il 22 giugno alle ore 18,00 nell’ambito del Consiglio Comunale aperto durante il quale verrà predisposto uno striscione, attinente alla lotta alla mafia, che in nome del giudice verrà apposto sulla casa comunale e portato in rappresentanza del Comune nelle cerimonie ufficiali. Prevista anche la presenza di un rappresentante del “Movimento Agende Rosse”, che si occupa di stabilire verità e giustizia per le stragi del 1992 e del 1993 e di “proteggere” da attacchi politici e mediatici i magistrati che si occupano dei processi legati alle stragi. Il Movimento, che fa riferimento al taccuino su cui Borsellino scriveva i suoi appunti, misteriosamente sparito dalla sua borsa il giorno dell’attentato, è nato nel 2009 per iniziativa di Salvatore Borsellino, fratello minore di Paolo, a seguito della prima “Marcia delle Agende Rosse” organizzata in occasione del 17° anniversario della strage di via D’Amelio.

L’iniziativa del Comune di Corciano nasce dall’odg presentato dal Movimento 5 Stelle ed approvato all’unanimità a significare la volontà, come singoli cittadini e come istituzione, di tenere alta l’attenzione sulla difesa della legalità e mandare un messaggio di vicinanza all’operato dei magistrati antimafia su tutto il territorio nazionale, compresa l’Umbria, che, parimenti al resto del Paese, non è estranea al fenomeno mafioso. Antonino Di Matteo è un magistrato impegnato in prima linea nella lotta contro la criminalità organizzata, in particolar modo rivestendo la pubblica accusa e partecipando ad alcune delle più importanti indagini sulla mafia negli ultimi anni. Recentemente iniziative analoghe sono state adottate anche da altri comuni italiani come Bologna e Reggio Emilia. “Ritengo sia un atto dalla grande portata simbolica, che sottende una scelta a favore della legalità – aveva commentato la consigliera portavoce M5S, Simonetta Checcobelli – Un atto che parte dalla consapevolezza del valore dell’operato del giudice antimafia Di Matteo, sotto scorta dal 1995, un personaggio che non si stanca di rivolgere, pubblicamente ed in diversi consessi, il proprio monito alla politica ed ai cittadini, soprattutto alle giovani generazioni, di continuare a parlare del fenomeno”. In uno dei suoi ultimi interventi per il conferimento della cittadinanza onoraria, il magistrato Di Matteo aveva detto “è bene tenere a mente che la mafia non è meno forte perché uccide di meno, ma si è infiltrata in luoghi apparentemente immuni tra colletti bianchi e soprattutto lontano dalla Sicilia”.

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