“Un’altra importante misura strutturale a favore delle famiglie”: così il ministro della Famiglia, Enrico Costa, ha annunciato il varo del ‘Buono Nido’, nuovo provvedimento messo a punto dal governo per aiutare le famiglie del nostro Paese. La forma di agevolazione, ha aggiunto il ministro, fa la sua comparsa dopo l’entrata in azione del bonus ‘Mamma Domani, che in appena due settimane ha superato l’asticella simbolica delle 100 mila richieste.
Il ‘Buono Nido’ sarà quindi una misura strutturale che verrà inserita in legge di bilancio, ha spiegato ancora Costa.
Le famiglie con bambini nati o adottati dal primo gennaio 2016 e con meno di tre anni potranno presentare domanda dal prossimo 17 luglio fino al 31 dicembre per ottenere il bonus per la frequenza degli asili nido pari a 1.000 euro annui, ha precisato l’Inps, e la domanda dovrà essere presentata per via telematica, con un apposito Pin o tramite il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06164.164 (numero da rete mobile con tariffazione a carico del chiamante) o attraverso i patronati. Il beneficio spetta ai genitori di minori nati o adottati dall’1 gennaio 2016, residenti in Italia, cittadini italiani o comunitari, o in possesso del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo, ovvero di una delle carte di soggiorno per familiari extracomunitari di cittadini dell’Ue. Ai cittadini italiani sono equiparati quelli stranieri aventi lo status di rifugiato politico o lo status di protezione sussidiaria.
Per il Buono Nido sono stati stanziati 144 milioni per il 2017, 250 milioni per il 2018, 300 per il 2019 e 330 milioni a decorrere dal 2020.
Per ogni retta mensile pagata e documentata, il genitore avrà diritto a un contributo mensile di importo massimo di 90,91 euro (i 1.000 euro vengono infatti distribuiti su 11 mensilità). In ogni caso il contributo mensile erogato dall’Inps non potrà eccedere la spesa sostenuta per il pagamento di ogni singola retta, quindi nel caso in cui la retta mensile fosse inferiore a 90,91 euro il richiedente avrà diritto a un contributo pari alla spesa sostenuta.
Nel nostro Paese, secondo gli ultimi dati Istat disponibili, nell’anno scolastico 2013/2014 ammontava a 13.459 l’offerta di asili nido e di altri servizi socio-educativi disponibili per la prima infanzia, di cui il 35% pubblico e il restante privato.
Per i servizi socio-educativi per la prima infanzia i Comuni nel 2013 hanno stanziato 1 miliardo e 559 milioni, il 3% in meno rispetto a un anno prima. Inoltre, tra il 2003 e il 2013 la parte di spesa a carico delle famiglie è passata dal 17,5 al 20% della spesa comunale totale per gli asili nido.
Al Centro-Nord i posti censiti nelle strutture pubbliche e private coprono il 28,2% dei bimbi con meno di 3 anni, nel Mezzogiorno l’11,5%. Altro dato significativo riguarda l’accoglienza in servizi comunali o finanziati dai Comuni, cosa che accade per il 17% dei bambini a centro-nord e solo per uno striminzito 5% a Sud.