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giovedì 21 Novembre 2024
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Detrazioni fiscali: ecco le novità per chi ha figli che vanno a scuola

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Irpef più leggera quest’anno per chi ha figli che vanno a scuola, dall’asilo al liceo. L’Agenzia delle Entrate, infatti, ha ampliato l’elenco delle voci che danno diritto alla detrazione per le spese di istruzione, inserendo anche le gite scolastiche e i corsi di lingua, teatro o altro, proposti agli studenti dai vari istituti . Queste spese si aggiungono a quelle per la mensa e i servizi di pre e post scuola già detraibili dallo scorso anno.

La detrazione del 19% è riconosciuta per tutte le scuole di qualunque ordine e grado, pubbliche o private, e per quelle che fanno capo agli enti locali. Rientrano tra le voci detraibili sia quelle di iscrizione vera e propria, sia tutte le spese legate alla frequenza. Detraibile la mensa, anche se gestita dal comune, le gite scolastiche e tutti i tipi di corsi finalizzati all’ampliamento dell’offerta formativa, come per esempio corsi di lingua, teatro, etc, anche se non si tratta di corsi obbligatori: l’importante è che rientrino nell’offerta formativa degli istituti. Detraibile anche il contributo per l’assicurazione della scuola, mentre resta sempre escluso il servizio di scuolabus.

Per queste spese è previsto un tetto massimo di 564 euro per ciascun figlio perciò è possibile avere una detrazione d’imposta di 107 euro che può essere divisa tra i genitori come ritengono più opportuno. Anche se i figli sono a carico al 50%, oppure se sono a carico al 100%, infatti, le norme consentono di dividere la detrazione come più fa comodo. Basta per questo annotare sulla ricevuta il nome di chi vuol usufruire dell’agevolazione. Così, ad esempio, se un genitore non ha capienza nella sua imposta perché paga un’Irpef bassa o perché ha già molte altre detrazioni, può “passare” il documento di spesa all’altro genitore e non perdere il vantaggio fiscale.
Tutto questo va ad aggiungersi alla detrazione a cui si ha diritto per ogni figlio a carico di 950 euro, che sale a 1.220 euro se minore di 3 anni. L’importo è aumentato di 400 euro in caso di figlio disabile, oppure di 200 euro per ogni figlio nel caso di famiglie numerose (da 4 figli in su).

Inoltre si può sempre detrarre il 19% delle spese sanitarie sostenute, senza un tetto massimo, ma con una franchigia di 129,11 euro. Le spese ammesse sono: medicinali, visite generiche e specialistiche, terapie, analisi, dispositivi medici e protesi (rientrano anche occhiali da vista e lenti a contatto), ricoveri e degenze, operazioni chirurgiche, cure termali e riabilitative. Di norma basta presentare la ricevuta o fattura, compresa quella del ticket se la prestazione è stata resa tramite servizio sanitario nazionale, mentre solo per particolari trattamenti (come mesoterapia, dermopigmentazione, chiropratica) serve anche la prescrizione medica che ne attesi le finalità sanitarie.

Giada Gatti

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