Una vita che sembra un romanzo. Adele Bei, pesarese, terza di 11 figli, non fu soltanto un’antifascista militante, poi madre costituente, deputata del PCI e sindacalista della CGIL. Fu soprattutto una donna con una coscienza politica messa a servizio della causa femminile. Nel 1933 venne arrestata e, considerata “socialmente pericolosissima” fu condannata a 18 anni di carcere, 8 dei quali trascorsi tra Roma e Perugia, quindi venne inviata nell’isola di Ventotene dove rimase due anni. Riacquistata la libertà, quale dirigente dell’Unione Donne Italiane approdò all’Assemblea Costituente il 2 giugno 1946 e nel 1948 divenne senatrice di diritto per meriti antifascisti.
A ripercorrerne la storia e, soprattutto, il contributo di idee ed opere, le organizzatrici della Mostra itinerante “1946: il voto delle donne”, visitabile fino al 7 maggio nel Complesso monumentale di Sant’Antonio Abate a Corciano. Nell’ambito dell’iniziativa, inaugurata lo scorso 23 aprile, nel pomeriggio del 1 maggio è stato organizzato un seminario incentrato sulla figura di Adele Bei, ritenuta trait-d’union importante tra la tematica di fondo della Mostra e l’Umbria. In veste di relatrici, Barbara Mischianti, segretaria regionale CGIL Umbria, Barbara Pilati dell’Arcisolidarietà Ora d’Aria e Giovanna Scassellati Sforzolini dell’Unione Donne in Italia; moderatrici, due esponenti del comitato tecnico del progetto, Maria Paola Fiorensoli e Fiorenza Taricone.
Intanto “1946: il voto delle donne” sta suscitando molta curiosità ed attenzione, vista la qualità del materiale proposto. Si sostanzia in un’esposizione testuale e fotografica, impreziosita da video, sulla conquista del suffragio femminile in Italia. Curata dall’Associazione il Paese delle donne insieme al Laboratorio antidiscriminazione (LAD) Università di Cassino e Lazio Meridionale, alla Consigliera parità della provincia di Frosinone, alla Federazione Italiana Laureate e Diplomate Istituti Superiori (F.I.L.D.I.S.), ha ottenuto la ‘Medaglia del Presidente’ assegnata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’esordio, il 30 maggio 2016.
Quella corcianese è l’ottava tappa di un percorso che ha toccato la Casa internazionale delle donne (Roma) al Castello Manservisi (Castelluccio di Porretta Terme) e poi a Nuoro, Potenza, Frosinone, Matera. “Nell’anno che ha celebrato il 70° della Repubblica e la conquista del voto delle donne – il commento dell’organizzazione – abbiamo voluto dare voce e volto alle donne maggiorenni nel 1946, le prime a esercitare il diritto di voto nella storia d’Italia. Le protagoniste ci hanno regalato, tramite interviste, un questionario e i loro album di fotografie, ricordi commoventi. Hanno riscritto spontaneamente e senza autocelebrazioni, la narrazione storica tradizionale, includendovi il soggetto femminile in ambito familiare, locale e nazionale, troppo spesso dimenticato o volutamente cancellato. Alcune delle nostre testimoni – aggiungono – sono nate durante la Grande Guerra e tutte hanno vissuto il Fascismo, la Seconda Guerra mondiale, la Liberazione. Con il loro voto referendario, raccolto sia che fosse stato a favore o contro la Repubblica o, per varie ragioni non espresso, hanno contribuito alla nascita della nostra Repubblica. Dobbiamo loro ammirazione e riconoscenza”.
In ognuna delle tappe sono state coinvolte le protagoniste di quella pagina di storia. Per quanto riguarda l’appuntamento umbro, a dare la loro testimonianza, nel giorno dell’inaugurazione, sono arrivate Luisa Zoppitelli (105 anni), ‘mascotte’ del Club della Vespa di Città di Castello e le ‘nonnine’ corcianesi Lina Casciola Novembre, che ha già compiuto 100 anni e Rita Torricelli Speziali non ancora approdata al traguardo del secolo.