Un bambino su cinque, in Italia, entra in contatto con un cellulare nel primo anno di vita. Dai tre ai cinque anni, circa l’80% sa già utilizzarlo. Il Belpaese risulta essere al primo posto in Europa per numero di cellulari in utilizzo e l’età media dei possessori sta diminuendo sempre di più, anno dopo anno.
L’utilizzo dei cellulari, come spiegano i pediatri della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, si sta modificando inesorabilmente da uso ad abuso.
L’allarme dei pediatri riguarda soprattutto le onde magnetiche emanate dai telefonini. Questi, infatti, non sono altro che piccole ricetrasmittenti normalmente tenute vicino alla testa, durante le chiamate o mentre si sta giocando. Il sistema naturale del nostro organismo, a causa dell’interazione del campo elettromagnetico con il nostro corpo, si attiva per via dell’aumento localizzato della temperatura generato dall’interazione stessa. Quando queste esposizioni sono prolungate ed intense possono comportare la morte delle cellule con necrosi dei tessuti.
Non solo. Recenti studi sull’argomento stanno mettendo in luce che proprio l’abuso di questi dispositivi elettronici potrebbe essere la principale causa di perdita di concentrazione o memoria, minore capacità di apprendimento, disturbi del sonno e aumento dell’aggressività nei bambini.
Quando la televisione, lo smartphone o il tablet vengono usati in modo appropriato e condiviso con i genitori sono utili per il divertimento, lo svago e lo sviluppo di alcune competenze. Ma, prima dei due anni, sono le interazioni con il mondo che li circonda ad essere fondamentali per il loro sviluppo. Gli apparecchi digitali sono magnetici per i bambini. Escludono tutte le altre esperienze. E se questo può essere accettabile, entro certi limiti, per gli adulti, diventa un problema per i più piccoli.
Quindi, se proprio non possiamo evitare, per qualsiasi motivo, di dare ai nostri figli un cellulare in mano, accertiamoci almeno che venga utilizzato per pochissimo tempo e per cose “serie”. Sono migliaia i bambini “intrattenuti” dagli smartphone durante pranzi o cene. E sono migliaia gli adolescenti che, pur stando nello stesso posto, non si parlano, continuando a tenere la testa bassa sullo schermo del proprio telefonino.
Se non ci dedichiamo ad una vera e propria educazione al corretto utilizzo del dispositivo rischieremo di crescere dei figli che vivranno completamente isolati dal mondo reale. Proponiamogli un gioco, una lettura, una storia da raccontare o una corsa all’aria aperta.
Giada Gatti