Un adulto, specialmente se genitore, deve saper riconoscere l’importanza delle parole e saperle gestire nel migliore dei modi. Il fine è nobile e consiste nell’assicurare una sana crescita al figlio, o ai figli, garantendogli un ambiente familiare equilibrato e felice.
Quello che diciamo ai nostri bambini li influenza e ne condiziona il processo di crescita e maturazione. I bambini hanno fiducia nei genitori, siamo i loro punti di riferimento, per cui prendono alla lettera ciò che noi diciamo senza considerare che potremmo sbagliare.
Ecco 10 frasi che, secondo gli psicologi di psicoadvisor, un genitore non dovrebbe mai dire al proprio figlio:
1) “Se fai così, non ti voglio più bene”
È un’espressione assolutamente da evitare, si tratta di un ricatto emotivo, in cui il bambino diventa insicuro dell’affetto che mamma e papà provano per lui, è sottoposto allo stress di poter perdere l’amore dei suoi genitori, pensando che sia per colpa sua e del suo comportamento. Il bambino deve avvertire il bene, l’amore familiare e l’affetto come qualcosa di radicato e stabile che non si deve spezzare con facilità né mai si deve rompere in modo definitivo o radicale.
2) “Faccio io, tu non sei capace”
Maria Montessori diceva che non bisognerebbe mai, in nessun modo, inibire un bambino che sta cercando di fare. Il consiglio è quello di lasciarlo fare, intervenendo solo qualora sia il bambino stesso a chiedere il nostro aiuto o a innervosirsi.
3) “Sei cattivo, gli altri bimbi sono più buoni di te”
E’ sempre preferibile spiegare al piccolo che un determinato comportamento non è corretto, non è educato. È assodato che un bimbo che per tutta la sua vita viene definito ‘cattivo’ finirà per crederci, assecondando l’idea che gli altri gli hanno imposto di lui.
4) “Vai via!”
Se diciamo troppo spesso ai nostri figli frasi come “vai via” o “ora ho da fare”, loro si convinceranno che non vale la pena parlare con noi, proprio perché li allontaniamo sempre. E se si istaura questo circolo vizioso da piccoli, quasi sicuramente faranno fatica ad aprirsi con noi una volta cresciuti.
5) “Piangi per niente!”
Non bisogna mai sminuire o ridicolizzare i dispiaceri dei bambini, anche se possono sembrare di poco conto. State certi che con un’affermazione del genere non solo non si sentiranno compresi, ma probabilmente, un domani non vi racconteranno nemmeno i problemi più seri.
6) “Non ci riuscirai mai!”
Il bambino può non saper fare qualcosa, l’adulto ha il compito di indirizzare il bambino affinché riesca nei suoi obiettivi, nel caso in cui non ci riesca, allora si cerca una via alternativa oppure semplicemente si cambia la cosa da fare.
7) “Sei grasso/a!”
Il bambino ha una fisicità non definita ed in via di crescita, criticare l’aspetto fisico di un bambino non fa altro che abbassare la sua autostima. Il bambino può instaurare con il cibo un rapporto anomalo, sino a portarlo a disturbi alimentari che nell’adolescenza possono tramutarsi in obesità o anoressia.
8) “Sei come tuo padre/madre”
I bambini hanno bisogno di amare i genitori e di non vederli sminuiti. Insinuargli dei dubbi, significherebbe negare il bambino stesso, che per natura vorrebbe assomigliare a mamma e papà.
9) “Non ne posso più di te”
Con queste parole si rischia di mortificare il bambino, che non ne capisce circostanze, attenuanti e veri significati. Si rischia di instillare in lui una sorta di senso di colpa e di insicurezza.
10) “Non ho tempo, lasciami stare”
Se si ha bisogno di tempo per sé, meglio organizzarsi e ritagliarsi uno spazio piuttosto che ripetere in continuazione questa frase: dà al figlio la percezione di essere respinto.
Tu, che sei un adulto, sai bene che l’uomo nero non esiste e sai bene che non ti separeresti mai da tuo figlio né lo cambieresti mai con nessun altro bimbo al mondo. Ma Lui non ha tutte le tue consapevolezze e intimamente soffre ogni qual volta teme che il tuo affetto verso di lui vacilli.
Giada Gatti