Domani si celebra la festa del papà, una ricorrenza diffusa in tutto il mondo. E’ un papà che non è mai stato così autentico.
Fino a qualche decennio fa il padre era una figura autoritaria praticamente assente dal percorso di crescita dei figli. Il suo ruolo educativo consisteva in comandi e punizioni, un padre-padrone. I bambini ne avevano paura e tutto questo, spesso, sfociava in lontananza affettiva. Erano davvero pochi gli uomini che, all’interno della propria famiglia, uscivano da questo clichè.
Oggi, invece, i padri non solo sono presenti nella vita dei figli ma sono anche alla ricerca di un modo propriamente “paterno” per aiutarli a crescere.
Il padre risulta essere in primis un compagno che aiuta la madre a liberarsi dalla tirannia del materno come unico codice valido per crescere i bambini. Sa proteggere ma anche dispiacere. Il padre sa comunicare che la regola non è un impedimento, ma la definizione dello spazio in cui potersi muovere liberamente. Se la regola è chiara, adeguata e contestuale e, dagli 11 anni in poi, anche negoziata, sarà uno strumento prezioso per aiutare i figli a diventare autonomi e responsabili.
Il padre accompagna nelle scoperte, recupera i figli quando cadono, li rimette in piedi. Il suo compito è mettersi accanto: non ti impedisco di fare da solo, di metterti alla prova, di rischiare per testare le tue potenzialità e nei tuoi tentativi ti sto vicino, sono dalla tua parte, ti mostro che fallire è umano e possibile, ma che è anche altrettanto possibile provare a farcela.
Il nesso tra “fare famiglia”, “vivere la famiglia” e lavorare non è più una prerogativa esclusivamente femminile. Anche il padre sembra darsi da fare per combinare le attività di cura, ma soprattutto di gioco e svago dei figli, con quelle associate al lavoro produttivo.
Ma attenzione! Senza il no del padre l’adolescente rischia di scivolare nel pantano del “senza limite”. Alcune forme di depressione giovanile, di non curanza nei confronti della crescita, infatti, sono riconducibili proprio a un deficit di resistenza da parte del padre.
È necessario, comunque, che anche le madri lavorino affinché tutto questo sia possibile, permettendolo.
Buona festa a tutti i papà “evoluti”!
Giada Gatti